Protesta degli ambulanti «Vogliamo vendere intimo, baby e igiene»
Sconti agli affitti causa Covid. Ci possono sperare cinque attività commerciali ospitate dalla Provincia, che infatti «ritiene necessario e opportuno verificare la sussistenza delle condizioni di diritto e di fatto che giustifichino una eventuale equa rinegoziazione o revisione temporanea delle condizioni contrattuali, al fine di contribuire al riequilibrio economico-finanziario dei contratti stessi». Il burocratichese della delibera che dà il via libera al ricalcolo è per una volta dovuto, in quanto la fattibilità dell’operazione è rimasta per mesi in dubbio a causa del groviglio d’interpretazioni giuridiche in tema. In particolare pende il giudizio della Corte dei conti sul mancato introito per gli enti pubblici: deve ancora esprimersi in proposito la Sezione centrale delle autonomie, ma intanto il 12 marzo la sezione regionale ha ammesso «l’ipotesi della sussistenza di un obbligo/dovere di rinegoziazione». È infatti pacifico che esercenti e negozianti non hanno potuto rispettare l’equilibrio economico sul quale si basava il “patto” concretato nel canone di affitto, per causa di forza maggiore imposte dallo Stato (chiusure per pandemia); e che la Cassazione già l’8 luglio 2020 aveva ribadito la «necessità di evitare la risoluzione dei contratti favorendo piuttosto la sopravvivenza degli stessi, e quindi, la prosecuzione delle attività economiche, attraverso lo strumento della rinegoziazione».
A questo punto la Provincia ha rotto gli indugi e con un atto d’indirizzo del vicepresidente reggente Nicola Minarelli, ha avviato la rinegoziazione dei canoni, «tenendo conto delle dichiarazioni rilasciate dagli operatori economici in merito agli indennizzi già ricevuti». A beneficiarne saranno il Bar Giori per il retrobottega, il Casone di Porticino per il ristorante La Zanzara di Codigoro e i bar scolastici di Roiti, Bachelet e Burgatti di Cento. —
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