L’ex terrorista Battisti: vorrei assumere il dolore delle vittime
Per la prima volta da che è detenuto parla l’ex membro dei Pac (proletari armati comunisti) in carcere a Ferrara
La versione integrale dell’intervista sulla Nuova Ferrara in edicola oggi
Ferrara "Non pretendo di mettermi nei panni delle vittime, mi sembrerebbe un insulto alla decenza: ma potrei tentare di assumere una parte del loro dolore se me lo permettessero": le parole sono di Cesare Battisti, ex terrorista dei Pac (Proletari Armati per il comunismo), condannato all'ergastolo per 4 omicidi commessi prima del 1979 (due personalmente, altri due per concorso morale e materiale), detenuto nel carcere di Ferrara, e le rivolge ai familiari delle sue vittime, in una lunga chiacchierata-intervista raccolta da Daniele Predieri pubblicata dalla 'Nuova Ferrara' che trovate oggi in edicola e dagli altri quotidiani del gruppo Sae.
Per Battisti "la questione delle vittime è la più importante, più spinosa perché ormai non è più solo il legittimo dolore, ci si mette anche la politica che manipola". L'obiettivo finale? "Voltare una pagina personale e della storia italiana. Ecco cosa vorrei che succedesse infine". Ripercorre il suo passato, e puntualizza che dopo il suo arresto e ritorno, al pm Nobili di Milano che lo interrogò, non aveva confessato i 4 omicidi per cui è stato condannato all'ergastolo: per i due omicidi Torregiani e Sababin (in concorso morale e materiale) dice che "lui non può essere il mandante di nessuno".
La versione integrale dell’intervista sulla Nuova Ferrara in edicola oggi
Sull’edizione in edicola venerdì 8 luglio la seconda parte dell’intervista.