Bondeno. Consiglio di Stato con il Comune. Legittimo il contenimento nutrie
Bocciato anche il nuovo ricorso delle associazioni animaliste
Bondeno Il Consiglio di Stato dà ragione, almeno in parte, al Comune di Bondeno, sulla questione dell’ordinanza delle nutrie, già impugnata da alcune associazioni animaliste. Le quali, nel ricorso presentato rispetto alla prima sentenza pronunciata dal Tar, si vedono riconosciute almeno due motivi di censura disposti dal provvedimento. Vale a dire, la condanna alle spese legali e la revoca del patrocinio gratuito. Insomma, anche se non è stata vittoria piena, il Comune porta a casa il risultato che attendeva: quello di essersi vista riconosciuta la legittimità, in buona sostanza, dell’ordinanza pubblicata per la limitazione della popolazione della nutria. Materia sulla quale s’era già espresso il Tar.
A fronte del ricorso presentato dalle associazioni Vittime della caccia e Animal Liberation dopo il provvedimento del Comune. Un po’ come accaduto in passato in circostanze simili: si veda il caso dell’ordinanza per il contenimento della diffusione del piccione e dei colombi, che aveva visto in quel caso soccombere il Comune. Le associazioni, nel caso delle nutrie, si erano opposte a vari contenuti presenti nell’ordinanza numero 5 firmata il 20 gennaio 2021 dal sindaco Simone Saletti. Il Tar, presso il quale il Comune si era avvalso del patrocinio degli avvocati Lunga Longhi e Michele Grandi, aveva espresso la propria posizione respingendo il ricorso degli appellanti. L’ordinanza comunale prevedeva che il contenimento delle nutrie potesse esser svolto con operazioni di cattura nelle corti coloniche, nelle immediate vicinanze delle case, e in prossimità delle arginature di canali o fiumi, nonché delle strade e loro pertinenze.
L’ultimo atto si è consumato quando il Consiglio di Stato ha parlato sia della questione delle spese e del patrocinio, sia nel merito del ricorso. Giudicato «infondato, dovendosi confermare quanto chiarito nella sentenza di primo grado, là dove è statuito che nel provvedimento “extra ordinem” sono state adeguatamente esplicitate le ragioni che hanno reso “inevitabile e urgente l’intervento contro la proliferazione delle nutrie a tutela dell’incolumità pubblica”, ai sensi dell’art. 54 del Tuel (il Testo unico degli enti locali; ndr)». «Sono soddisfatto del pronunciamento del Consiglio di Stato, che ha riconosciuto la correttezza del nostro operato, nella difesa del territorio e della sua sicurezza idraulica e delle persone. Visti i danni che questi roditori provocano scavando gallerie, che destabilizzano argini, strade e campagne», commenta il sindaco.
I metodi utilizzati e contestuali all’ordinanza prevedevano, a esempio, l’utilizzo delle gabbie trappola e dei coadiutori autorizzati dalla Provincia. «La questione nutrie – aggiunge l’ex sindaco e consigliere regionale Fabio Bergamini – è affrontata dai Comuni con i soli strumenti a disposizione, le ordinanze. Questa sentenza dimostra che la sicurezza del territorio era motivo valido per fare quel provvedimento».
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