Per lui accusato di violenza chiesti 9 anni di carcere, ma lei la vittima rischia la calunnia
Colpo di scena nelle fasi finali del dibattimento in tribunale: lei ha messo in dubbio le trascrizioni delle testimonianze e adesso l'efeftto boomerang dopo la sua denuncia
Ferrara Al processo che vede il suo ex compagno imputato per violenza sessuale lei è la parte lesa, ma ora rischia di finire nei guai per calunnia.
Colpo di scena ieri in tribunale dove si sta celebrando un processo ormai alle ultime battute, ma che ha subito un rinvio destinato forse a sfociare, per la presunta vittima, in un’incriminazione.
Sull’imputato incombe una richiesta di condanna a quasi 9 anni formulata all’ultima udienza dalla pubblica accusa per violenza sessuale ai danni della ex, e violenza sessuale sia ai danni della donna che dei suoi stessi genitori. E proprio le dichiarazioni del papà e della mamma dell’imputato sono finite al centro della discussione che potrebbe costare cara alla presunta vittima.
Ieri è infatti emerso che la donna ha espresso nei giorni scorsi alla procura dei dubbi sulla bontà delle trascrizioni delle registrazioni, in particolare quella risalente al 21 dicembre scorso. La donna ha detto di avere la sensazione che non fossero state riportate correttamente. Affermazioni ritenute molto gravi dal presidente della giuria, che ha dunque invitato la donna a essere risentita a sommarie informazioni. Per valutare se ci sono gli estremi per un’incriminazione per calunnia.
Dunque i tempi del processo, rinviato al 23 novembre per la discussione finale e la sentenza, si allungano.
I fatti risalgono all’agosto del 2019, quando i carabinieri vennero chiamati in un’abitazione a causa di alcuni schiamazzi. In quella casa vivevano i genitori dell’imputato e, in una dependance della stessa corte, l’imputato stesso. Sul posto c’era anche la donna, residente in un’altra provincia, e che all’epoca frequentava l’imputato.
Nel corso dell’intervento, i militari avevano trovato 5 chili di marijuana (l’imputato, assistito dall’avvocato Saverio Stano, è già stato condannato per spaccio, e successivamente inserito nella comunità di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano) nella dependance.
Ma nel corso di quella sera movimentata, di fronte ai carabinieri, la donna aveva anche riferito di essere stata abusata sessualmente alcuni mesi prima dall’imputato, denunciando in un secondo tempo anche un episodio di maltrattamenti.
A questi reati si è aggiunta la contestazione di violenza domestica nei confronti dei genitori, contro i quali, in presenza dei carabinieri, l’imputato aveva tirato un vaso. Una denuncia che la coppia in seguito avrebbe voluto ritirare, ma il procedimento era già stato avviato d’ufficio. Tutti reati per i quali la procura, nel complesso, ha chiesto nove anni di carcere. l
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