Con il naso all’insù si aspettano le prime piogge contro la grande sete
Previste moderate precipitazioni. Il Cer decide sui turni irrigui mentre sono pronte 5 pompe su zattera di Hera che entreranno in azione se si scenderà a meno 7.6 del livello del Po
Ferrara A dare retta al meteo (che negli ultimi anni ha sbagliato quasi nulla) c’è persino da essere ottimisti. Con moderazione. Previsioni: pioggia domani, e piogge piuttosto insistenti mercoledì. Ma è meglio attendere di essere bagnati. Perché di questi tempi i problemi non mancano. Uno: la secca del Po è sempre più secca, e il rischio è che nei prossimi giorni questo provochi la difficoltà a irrigare i campi. Due: la situazione idrica della provincia ha toccato livelli di «allarme ma non ancora di criticità», come ha detto Maira Passarella, presidente del Cadf, il consorzio del Medio e Basso Ferrarese. Colpa del cuneo salino nel Po la cui risalita (che sta superando i 40 chilometri) è arrivata ormai nelle vicinanze dei punti di prelievo consortili di Serravalle, mentre a Pontelagoscuro sono pronte le 5 pompe su zattera di Hera che entreranno in azione a quota – 7, 60. Tre: a proposito, ieri il livello idrometrico del Po ha fatto segnare un preoccupante – 7, 53.
L’irrigazione E non va meglio per quanto riguarda l’irrigazione. Gli impianti di Mesola sono bloccati dal sale e quelli dell’Alto Ferrarese dalla scarsità d’acqua, tanto che oggi potrebbe essere decisa una turnazione a giornate del prelievo dal Canale emiliano romagnolo. Così, mentre il presidente del Consorzio di bonifica “Pianura”, Stefano Calderoni, sottolinea che al momento nel Ferrarese le irrigazioni si stanno svolgendo regolarmente, Hera fa sapere che l’impianto di potabilizzazione di Pontelagoscuro riesce ancora, nonostante la secca, a effettuare i prelievi di acqua. È il caso di ricordare che Hera dipende quasi interamente, per l’approvvigionamento di materia prima, dal Po. E il “soccorso” ipotizzato dalla rete Cadf, collegata agli impianti ferraresi, viene messo in crisi appunto dalla risalita del cuneo salino. È di sabato l’interruzione dei prelievi a Mesola, dal Po di Goro, in quanto l’acqua è «compromessa» dalla salinità: agli agricoltori della zona il sostegno arriva ora da monte. Ma la situazione è critica anche a ovest. «Abbiamo interrotto il prelievo a Bagnetto, sul Reno, per la scarsa portata del fiume – ha informato il presidente del Consorzio di Bonifica – significa lasciare senza servizio un comprensorio di circa 1.500 ettari. Qualcosa di più, sempre nell’Alto Ferrarese, dipende dalle forniture d’acqua dal Cer, sul quale funzionano al momento due pompe su tre. Non è escluso che in questi giorni – ha detto infine Calderoni – si debba istituire un’alternanza con il Consorzio di Burana, che si serve anche lui del Cer: un giorno di prelievo a testa».
Insomma, ore col naso all’insù. Sperando che arrivi la pioggia. l
M. Puli.
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