Ritardi al pronto soccorso? "Carenze legate al Covid"
Ul caso di Argenta, l’Azienda Usl interviene sulla tensione in ospedale e ammette i problemi: "Ci sono difficoltà di personale". E ridimensiona: "ma le attese per gli utenti non sono state lunghe"
Argenta «In merito all’articolo pubblicato dalla Nuova Ferrara a titolo “Pronto soccorso, tensione alta per la lunga coda”, la direzione aziendale evidenzia come nei giorni scorsi si siano verificate, al pronto soccorso dell’ospedale di Argenta così come in altri servizi, difficoltà di personale dovute principalmente al significativo aumento nel numero di contagi da Covid fra gli operatori sanitari, problema che si innesta sull’ormai nota carenza endemica di operatori, specie dell’area dell’emergenza». Con questa nota l’Azienda Usl interviene in relazione alla tensione registrata alcuni giorni fa al Mazzolani Vandini. Tensione fra un paziente e uno dei medici, peraltro al secondo turno consecutivo di lavoro proprio per l’assenza improvvisa del collega che doveva sostituirlo. «Tale situazione si è associata a un afflusso al servizio superiore al consueto in due giornate, che ha provocato attese più prolungate per i codici di bassa gravità, comunque dell’ordine di circa due ore in media», ovvero molto meno delle attese a cui si assiste negli altri ospedali della provincia, al Delta ma soprattutto al Sant’Anna di Cona.
Nel merito dell’episodio, dall’Azienda spiegano che non risultano «“spintoni” o vere e proprie violenze verbali – episodi sempre da stigmatizzare -, quanto il chiarimento un po’ animato con una paziente il cui accesso non presentava carattere di urgenza. La direzione medica condurrà comunque approfondimenti».
Situazioni Sulla vicenda Natale Vitali (Cgil) ha messo poi in evidenza le troppe carenze della sanità ferrarese. «Sul fronte del personale - scrivono ancora dall’Azienda Usl - il nostro impegno nel reperire personale è continuo. Nelle scorse settimane è stato attivato l’ennesimo bando per l’individuazione di medici, in virtù del quale dovrebbero arrivare le prime risposte a breve. Anche sul fronte infermieristico sono previsti potenziamenti in tempi brevi. E saranno poi introdotte innovazioni organizzative legate agli accessi».
E sull’infermiere di famiglia e di comunità come possibile causa di personale ancor più ridotto: «Per quanto riguarda la figura dell’Ifec, che sta riscuotendo apprezzamento nelle realtà in cui è stata inserita, val la pena ricordare che tra le sue funzioni vi è quella della presa in carico dei bisogni, soprattutto di soggetti e nuclei famigliari fragili all’interno delle varie comunità, anche con l’obiettivo di evitare ripetuti ricorsi al pronto soccorso». l
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