Copparo perde un pezzo di storia: addio al “ponte di Ghiselli”
Copparo Il passato è un posto strano. I luoghi sono magici, ma quando ci torni li trovi sempre più piccoli. Case e cortili sembravano enormi, ampi ed imponenti, e nella memoria restano enormi, indistruttibili.
A Copparo, prima della seconda guerra mondiale, il canale Naviglio era un corso d’acqua importante. Ed ora è tornato ad esserlo, ampio e pulito. Sul canale c’erano diversi ponti. Per esempio, è possibile ricordare il “pont ad Sani” più o meno alla Tratta, oppure ponte San Pietro, o ancora “al pont Nov” all’altezza del macello.
Il vecchio quartiere Ma esisteva anche, praticamente, un centro separato da Copparo (ricordiamo che molti anni fa la cittadina terminava alla fine di via XX Settembre), quella che ora è via Marino Carletti era viale Po, che si incrociava senza semafori con viale Nord (l’attuale via Idris Ricci), una zona caratterizzata da numerosi incidenti, tanto che ora in quel punto preciso si trova un semaforo.
Nell’anteguerra e nei primi anni dopo la guerra, il gruppo di case era noto come “Il Ponte” (per via del ponte con chiusa che attraversava il canale Naviglio). O anche “La Pontigiana”. Ma divenne noto a tutti come “ponte di Ghiselli”, dato che all’inizio di quella che attualmente è via Naviglio, verso il camposanto, c’era un emporio fornitissimo, gestito da Giulio Ghiselli e dalla moglie Bina Taddia.
L’emporio All’interno di quel negozio si vendeva di tutto, ma proprio di tutto, dal chinino alle sigarette e, come spesso accadeva all’epoca, molte persone pagavano in contanti e altrettanti “facevano segnare”, secondo gli usi caratteristici del tempo, dato che molti braccianti potevano pagare solo una volta l’anno.
Per estensione, la località diventò il “ponte di Ghiselli”. Negli anni, la località era sempre più inglobata in Copparo (tra il limite cittadino e il ponte c’era, per esempio, il Borgo nero che veniva anche detto, in parte, Fornace di Camozza), ma poi l’emporio diventò soprattutto tabaccheria e vendita di sale in regime di monopolio statale, ed andò avanti come punto di riferimento fino agli anni Ottanta dello scorso secolo. Giulio ci ha lasciato quasi cinque anni fa: era per l’esattezza il novembre 2017, quando se ne andava un vero e proprio pezzo di storia di Copparo. Mentre la moglie Bina era morta nel 2009.
La demolizione La casa in cui abitavano, e assieme a lui quel che restava dell’antico negozio, erano in disuso e pochi giorni fa sono state abbattute. Al loro posto saranno costruite altre case.
Certo, nonostante l’età, evidentemente, la Soprintendenza non ha avuto nulla da dire sulla demolizione. Case vecchie, solo ricche di ricordi. E tutti i ricordi, come diceva il replicante del film “Blade Runner” sono destinati a perdersi, come lacrime nella pioggia. l
Alessandro Bassi
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