La Nuova Ferrara

Ferrara

Il cordoglio

L’abbraccio di Portomaggiore per l’ultimo saluto a nonna Linda

Sergio Armanino
L’abbraccio di Portomaggiore per l’ultimo saluto a nonna Linda

Tantissima gente si è unita ai familiari della Gennari nel giorno dell’addio

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Portomaggiore Il pomeriggio caldo e afoso, il sagrato lasciato libero, in attesa dell’arrivo del feretro, gente che sopraggiunge e si dispone a semicerchio tutt’attorno, qualcuno cerca l’ombra degli alberi nel parchetto a fianco della chiesa. Volti tesi, lacrime, abbracci, poche parole scambiate sottovoce, tutto con una grande compostezza. La chiesa della Beata Vergine Santa Maria Assunta, in tutta la sua imponenza, sembra voler offrire una spalla forte su cui appoggiare la fatica di un fardello così grande. Invece, per l’addio a Linda Gennari, neppure la Collegiata può bastare. Posti a sedere esauriti nelle tre navate, tanta gente in piedi lungo il perimetro della principale chiesa portuense, ma tanta anche rimasta fuori, per poter dare comunque un ultimo saluto a quella donna troppo giovane per morire.

L’appuntamento per il commiato è alle 15.30, poco prima il piccolo corteo funebre, con i familiari più stretti, arriva dalla camera mortuaria, preceduto dal carro funebre. Ad attendere il feretro c’è Giuseppe Colombarini, il padre di quei due ragazzi che hanno perso così prematuramente la loro mamma. Chiara e Filippo arrivano subito dopo in auto, con loro i nonni, gli zii, i cugini. Si sorreggono fra loro, si fanno forza, ma il peso che portano sul cuore non si può dissimulare nemmeno dietro gli occhiali da sole.

L’unico sorriso, dolce e inconsapevole, è quello del nipotino di Linda, 18 mesi appena: c’è anche lui, ma rimane fuori dalla chiesa, distratto dal dolore immenso che lo circonda, ferendo soprattutto il suo giovanissimo papà. Qualcuno, quando sarà grande, glielo racconterà di quella nonna volata in cielo ad appena 53 anni, che da lassù lo vegliava sin da quand’era piccolo, sorridendogli anche dal cielo, dopo averlo potuto fare per così poco tempo stringendolo fra le sue braccia. E gli potranno raccontare anche del tanto bene che tutti volevano a nonna Linda: non è solo perché la sua famiglia, commercianti come lei, era tanto conosciuta a Portomaggiore, se il suo commiato è stato accompagnato da così tanto e grande affetto. Eh no, a nonna Linda la gente voleva proprio un gran bene, perché a tutti ha donato uno dei suoi sorrisi, specialmente a chi ne aveva più bisogno, magari arrivando fino a un campo profughi in mezzo al Mar Egeo, per stare vicino a bambini meno fortunati di lui...

Il sorriso di quel piccoletto biondo si allontana, mentre il feretro di sua nonna viene portato all’altare. Parenti, amici o semplici conoscenti della famiglia riempiono il luogo sacro: alla sinistra del portone centrale il banchetto dell’Ado per la raccolta delle offerte come indicato dalla famiglia, alla destra quello con il libro per le firme.

Il mesto rito ha inizio, don Ugo Berti con la sua omelia cerca di portare tutti oltre il lutto: «Gesù è risorto e anche noi risorgeremo, le lacrime si trasformeranno in gioia», ricordando poi che, tolte le scorie, «rimane il bene: per la nostra sorella Linda una corona luminosa per il bene che ha lasciato». L’officiante, ricordando che Gesù ci aspetta nella vita eterna, ha insistito: «Lei ora è lì, vicino a Lui. Noi proviamo a starle vicino con la preghiera».

Parole di fede e di speranza, che hanno bisogno di elaborazione, così come il lutto. A confortare i suoi due ragazzi, così come mamma Cosetta e papà Franco e le loro figlie minori, il pensiero che la loro Linda continuerà a vivere nel cuore e nel ricordo dei tanti che le vogliono bene: molti di loro, ieri, erano lì di persona a testimoniarlo.l