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Valle Gaffaro, nata non vedente è pilota di aerei: «Per me il cielo non ha barriere»

Katia Romagnoli
Valle Gaffaro, nata non vedente è pilota di aerei: «Per me il cielo non ha barriere»

Il racconto di Sabrina Papa: «Sogno realizzato»

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Valle Gaffaro Da bambina si lasciava rapire dal rombo degli aerei che sorvolavano il suo paese, Salice Salentino, nei pressi della base militare di Galatina e da adulta è riuscita a coronare un sogno, diventando la prima e tuttora unica allieva pilota italiana non vedente.

Sabrina Papa, di origini pugliesi, romana di adozione, è stata ospite ieri all’aviosuperficie di valle Gaffaro, ed ha volato con Stefano Felici, pilota dell’aviosuperficie Alituscia, a bordo di un Tecnam Sierra. Animata dalla passione per il volo, Sabrina, che è una miniera inesauribile di energia ed entusiasmo, ha fatto dell’impegno divulgativo il suo scopo di vita. «L’idea è quella di formare istruttori e di creare un metodo standard, materiali accessibili e mappe in rilievo – spiega l’allieva pilota -, con l’obiettivo di far avvicinare persone che non vedono al mondo del volo. Con l’aiuto di un’istruttrice di volo, ho creato una mappe tattili, realizzate dalla Federazione Ciechi onlus».

La prossima domenica Sabrina parteciperà ad un evento organizzato dalla facoltà di Ingegneria aerospaziale del Politecnico di Milano, con la quale sta creando un laboratorio per ciechi. La straordinaria avventura dell’allieva pilota, non vedente dalla nascita, è cominciata nel 2016 a bordo di velivoli ultraleggeri, poi, nel 2019 ha iniziato a frequentare la scuola di volo Aviomar dell’aeroporto dell’Urbe. «C’era un istruttore che mi insegnava la teoria – racconta Sabrina Papa -, che io intendevo approfondire. È una passione che mi porto dentro da bimba, quando l’aereo sembrava volermi strappare da terra. Immaginavo il cielo libero da ostacoli, dove poter sfrecciare libera – è il ricordo di Sabrina -; il volo è espressione di libertà per tutti, sia per chi vede, che per chi non vece, mentre a terra ci sono tanti ostacoli». Il suo ruolo resterà sempre quello di allieva pilota, perché in plancia è sempre presente un istruttore. «In fase di atterraggio devi sempre tenere l’asse pista – puntualizza Sabrina -, perché hai il vento che ti sposta, c’è l’effetto suolo, devi fare correzioni e l’istruttore con una mano sul ginocchio mi indica l’assetto dell’aereo e il giro direzionale e tutti gli altri indicatori a voce. Se dice vai a nord 3-6-0 e sono a 3-7-0 centralizzo le ali e prendo la direzione giusta. Occorre tanta sincronia tra istruttore e allievo pilota». In volo la concentrazione è massima, ma poi a terra si liberano tutte le emozioni di un’esperienza straordinaria, per la quale Sabrina, nel nostro Paese, è ancora la sola, in qualità di allieva pilota non vedente. «Il volo è sì libertà e divertimento – chiarisce – ma è prima di tutto responsabilità e sicurezza», in quanto c’è sempre a fianco l’istruttore con i piedi vicini ai pedali e con le mani pronte sui comandi. Dopo aver cominciato a volare su uno Sky Arrow e su un Tecnam P 96 e sul Tecnam P 92, ora Sabrina vive la sua passione per il volo a bordo di un Cesna 152 e di un Cesna 172. Attraverso il gruppo Piloti di Classe è nata un’amicizia con Gaetano D’Andrea, presidente dell’A. S. D. FlyDelta, destinata a produrre sinergie, tese a promuovere la passione per il volo in un territorio a vocazione ambientale, che punta ed essere sempre più inclusivo.l

Katia Romagnoli

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