Anguille a rischio, un piano per cercare di tutelare la specie
Comacchio, il simbolo della cittadina lagunare deve fare i conti con la riduzione degli habitat e predatori
Comacchio Tutelare l’anguilla, aumentare i guardiani vallivi per presidiare le valli e contrastare la pesca di frodo, oltre a «prevedere incentivi per ristorare le attività di acquacoltura colpite dalla drastica diminuzione delle anguille, causata anche dalla eccessiva predazione da parte del cormorano». Sono le richieste di Rete Civica alla Regione contenute in un’interrogazione sul rischio di estinzione dell’anguilla, la cui diminuzione parte dagli anni ’70 a causa di pesca illegale, riduzione dell’habitat e ostacoli artificiali sui fiumi.
Il progetto Lifeel 2024 vuole salvare l’anguilla favorendone le migrazioni, impedendo l’impatto degli impianti idroelettrici per gli esemplari che discendono i corsi d’acqua o proteggendoli dagli assalti dei cormorani. È, inoltre, necessario, continua Rete Civica, «aumentare il numero dei guardiani vallivi posti a presidio delle valli per scongiurare episodi di pesca di frodo». Secondo il gruppo consiliare, occorre selezionare i «riproduttori più promettenti che verranno annualmente liberati per aumentare il potenziale riproduttivo della popolazione naturale di anguilla e questo delicatissimo passaggio necessita del fondamentale coinvolgimento di vallicoltori e pescatori». Dal 1970 a oggi, conclude Rete Civica, la popolazione di anguilla europea è diminuita del 95% e la specie è a rischio di estinzione.
A partire dagli anni ’70 si è assistito in tutta Europa al fenomeno della diminuzione di anguille. Si stima che dal 1970 ad oggi la popolazione di anguilla europea sia diminuita di circa il 95%, collocandola tra le specie in pericolo di estinzione ed inserita nella lista rossa Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura e delle risorse naturali). Le cause sono da ascrivere prima di tutto all’azione dell’uomo, con la pesca illegale.
Ma un peso non indifferente hanno avuto e hanno la riduzione dei loro habitat e gli ostacoli artificiali come anche la predazione da parte del cormorano e degli altri uccelli ittiofagi ha un impatto tale da rendere improduttiva qualsiasi attività di acquacoltura e da rendere necessario mettere in campo azioni urgenti a tutela dell’anguilla. Tra queste azioni urgenti vi è anche un incremento dei guardiani vallivi posti a presidio delle valli per scongiurare episodi di frodo. Grazie al progetto Lifeel, il mondo della pesca e quello dell’Università collaboreranno insieme fino al 2024 per salvare l’anguilla, con azioni volte a facilitare la migrazione delle anguille sia negli stadi giovanili che nello stadio riproduttivo, per favorire così il completamento del ciclo vitale e la riproduzione. Tra gli interventi previsti dal progetto vi sono, ad esempio, il rilascio di individui sessualmente maturi in mare e la realizzazione di dispositivi di dissuasione per impedire l’impatto letale delle turbine degli impianti idroelettrici per gli esemplari in discesa nei corsi d’acqua.l
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