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Bimbo nato morto a Cona I genitori chiedono risposte

Bimbo nato morto a Cona I genitori chiedono risposte

L’ultima visita due giorni prima. Aperta un’inchiesta

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i Alessandra Mura

Ferrara Una gravidanza tranquilla e regolare fino alla trentanovesima settimana. Poi, a parto ormai imminenti, il nascituro non dà più segni di vita. E il sospetto peggiore viene confermato in ospedale: il cuore ha smesso di battere, e il bimbo nasce morto.

Una vicenda straziante, su cui ora i genitori chiedono venga fatta chiarezza, per capire cosa è andato storto, per quale motivo una gestazione che fino a quel momento non aveva dato problemi improvvisamente si è conclusa nel peggiore dei modi. Da qui la denuncia presentata ai carabinieri di Baura, e l’inchiesta aperta dalla procura, coordinata dal pubblico ministero Ciro Alberto Savino, con i necessari accertamenti tecnici per stabilire se vi sia stata colpa medica. Un atto dovuto, che potrebbe portare nei prossimi giorni alla notifica di avvisi di garanzia.

Tutto ruota attorno ai due giorni precedenti al parto. Il 26 agosto la donna, una signora marocchina di 38 anni già mamma di tre figli, si presenta all’ospedale Sant’Anna di Cona per il controllo ginecologico previsto alla scadenza dei nove mesi. I medici accertano che tutto sta procedendo regolarmente, e la futura mamma torna a casa in attesa che arrivino le doglie. Il giorno dopo, nel pomeriggio, la signora avverte l’ultimo movimento fetale. Poi, nelle ore successive, più nulla.

Preoccupata, la donna va al pronto soccorso di Cona, e gli accertamenti rivelano il decesso endouterino del bimbo, che viene fatto nascere morto. Cosa può aver fatto precipitare in modo così repentino e drammatico la situazione? A questa domanda i genitori, assistiti dagli avvocati Massimo Soffritti e Monica Tartari, cercano risposta: «Da parte nostra – spiega l’avvocato Soffritti – non c’è alcuna volontà persecutoria, ma solo il bisogno di comprendere cosa è successo in quei due giorni. Sarà importante in questo senso l’esito dell’autopsia. La gravidanza era ormai giunta al termine, la signora era stata seguita prima dagli ambulatori di via Boschetto e poi presa in carico a Cona. Tutto era proceduto senza intoppi fino alla trentanovesima settimana, poi la morte improvvisa del bimbo. Capire è prima di tutto una necessità».l

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