La suocera la rinchiudeva in casa. Il marito la picchiava, a processo
La donna scappò denunciando lui e la madre per maltrattamenti e sequestro
Ferrara Casa sua era diventata quasi una cella: non poteva uscire se non controllata da marito e suocera. Così lei, trentenne, straniera, lasciò la casa in provincia di Ferrara, scappando, e poi rifugiandosi in una struttura protetta del Centro Donne e giustizia di Ferrara. Una struttura anonima in cui ricominciare o tentare di tornare a vivere, denunciando tutto e tutti e finendo al centro di un processo come parte lesa, vittima di maltrattamenti e di sequestro di persona, l’essere segregata in casa. La storia che ieri mattina è finita davanti al giudice Giulia Caucci e al pm onorario Renzo Simionati deve essere raccontata fin dall’inizio, quando dopo aver trovato il coraggio di mettere nero su bianco le denunce, iniziarono le indagini dei carabinieri.
I fatti risalgono tra luglio 2018 e gennaio 2019: lei e il marito, oggi 35enne, vivono assieme alla madre di lui. Ma il loro rapporto non è dei migliori e si deteriora sempre più. E così inizia l’inferno: come recita il capo di imputazione, erano tanti gli episodi di maltrattamenti di natura fisica e psicologica e che innescarono in lei situazioni penose di condizioni di vita. Tra i tanti episodi quelli per cui lei la offendeva pesantemente, arrivando anche a minacciarla in modo grave e alla fine anche a picchiarla: botte a non finire, che culminano con il sequestro di persona: lui impediva a lei di uscire di casa, complice la suocera della vittima. Non a caso marito e suocera debbono rispondere in tribunale dell’accusa di sequestro di persona. Perché quando la ragazza voleva uscire non poteva farlo, e così veniva segregata all’interno della casa contro il suo volere, con la suocera a far da “guardiana”. Il processo dovrà mettere in luce tutto questo anche se da quanto si apprende, la moglie avrebbe inviato messaggi al marito, chiedendo di tornare a vivere con lui. Sullo sfondo di questa vicenda, vi sono situazioni innescate anche dal retroterra culturale dei protagonisti, tutti stranieri.
Lei ad esempio, incinta, purtroppo perse il bambino con un aborto spontaneo, e questo fatto fu una delle cause dei conflitti inaspriti, il momento critico in cui il rapporto si deteriorò: invece di diventare un fatto che unisse la coppia, la fece scoppiare, con le conseguenze dibattute al processo. Prossima udienza il 2 dicembre con i testi della difesa.l
D.P.
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