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Politiche 2022
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Argenta guarda già alle comunali. Tempo di riflessioni in casa Pd

Argenta guarda già alle comunali. Tempo di riflessioni in casa Pd

Il dato negativo del centrosinistra come coalizione preoccupa in vista del 2024. E il centrodestra potrebbe già preparare la corsa candidando la civica Azzalli

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Argenta Dopo le elezioni politiche e relativi risultati, per la gente comune ma anche per gli addetti ai lavori, è inevitabile dare una sbirciatina dietro l’angolo e iniziare a pensare alle amministrative 2024. Anche se il confronto tecnicamente non è sostenibile, in quanto si sceglie la persona a cui far indossare la fascia tricolore, c’è pur sempre da guardare al sostegno politico di questo o quel partito.

E allora, alla luce di questi ultimi risultati di ogni partito, siamo andati indietro scartabellando fino alle politiche 2013 passando per le comunali del 2019 e le regionali del 2020 (avremmo voluto anche le politiche del 2018, ma per una inspiegabile ragione non ci sono sul sito del Comune). Il confronto, ovviamente è sulla Camera. Iniziando dal Partito democratico più sostanzioso e anche per ragioni storiche, si è passati dai 6.093 voti del 2013 ai 4.180 alle comunali 2019, poi ai 3.874 di due anni fa e agli attuali 3.295 (30,12%), ovvero in 9 anni persi 2.798 voti. E allora da via Vinarola, sede del Pd di Argenta, Nadia Cai (segretario), Leonardo Fiorentini (presidente del consiglio comunale), il sindaco Andrea Baldini e gli altri membri una riflessione dovranno pur farla.

Andando avanti, oggi, il partito della Meloni rappresenta il secondo partito con 3.111 voti pari al 28,44% e ha dell’incredibile che in 9 anni sia passato dai 210 voti del 2013 ai 466 delle comunali fino ai 1.017 del 2020. Davvero che sia tutto merito della Meloni? Non va dimenticato che Argenta aveva in Cesare Gaiani il suo leader storico, colui che oggi non può gioire ma per lui lo stanno facendo i ragazzi che gli sono subentrati. Lui, Gaiani, che aveva sempre sognato di portare FdI in doppia cifra mai avrebbe pensato a oltre il 28%. L’analisi del voto riguardante la Lega e il cantar comunque vittoria del “Capitano” si scontra, con questi numeri: 344 nelle politiche del 2013, 3.113 voti alle comunali del 2019, 3.978 alle regionali ed ecco lo sprofondamento 1.113 (10,17%) dell’altro giorno. Anche qui, l’accoppiata Brina/Curtarello dovrà riflettere. Non si può a questo punto non citare i 5 stelle, partiti dai 3.319 del 2013 per dimezzarsi (1.515) alle comunali per poi ruzzolare ai 466 delle regionali di due anni fa, ma con il quasi raddoppio (835) di domenica, nonostante la separazione (o allontanamento).

Volendo quindi pensare alle prossime amministrative del 2024, il centrosinistra avrebbe a disposizione il 35% mentre il centrodestra il 45% con ancora M5s a far da ago della bilancia. E se Baldini accetterà la ricandidatura (anche perché, chi può essere l’alternativa?), il centrodestra si troverà a dover fare una scelta non facile in quanto, nelle scorse amministrative, Curtarello era sostenuto dall’exploit di Lega, FdI, FI e Argenta Rinnovamento. Appare abbastanza difficile che FdI, forte del maggior peso, possa cedere il passo. Al contempo, non avendo più Gaiani, all’orizzonte il coordinatore Nicola Fanini non avrebbe chi lanciare. E allora? Potrebbe diventare un faccia faccia tra Baldini e Azzalli (che dovrebbe sospendere l’attività di avvocato). l

Giorgio Carnaroli

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