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La denuncia

Infermiera ferrarese aggredita in Norvegia: «Ho avuto paura e ne ho ancora»

Infermiera ferrarese aggredita in Norvegia: «Ho avuto paura e ne ho ancora»

 Giulia Cellini, 30 anni, di Formignana, da anni in Nord Europa, racconta quanto le è successo a Trondheim

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Formignana Una infermiera ferrarese, originaria di Formignana, è stata aggredita in Norvegia. Brutta avventura, per fortuna senza gravi conseguenze, quella accaduta nei giorni scorsi a una infermiera professionale 30enne originaria di Formignana, che vive e lavora da alcuni anni in una struttura assistenziale e sanitaria in Norvegia, nella zona di Trondheim e anche nelle isoleLofoten.

Giulia Cellini, ancora turbata, ha raccontato di essere stata vittima di un tentativo di aggressione da parte di un giovane durante una passeggiata notturna non lontano dalla propria abitazione, ma che con grande coraggio ha saputo reagire mettendo in fuga l’aggressore. Particolarmente toccante il suo racconto, in cui emergono con forza rabbia e paura. «Sto bene - dice per prima cosa -. Ormai a distanza di una settimana riesco anche a sfogarmi e a parlarne. È successo sabato (di una settimana fa; ndr) notte e mentre bella tranquilla me ne stavo tornando a casa dopo una serata con gli amici, sono stata aggredita da uno sconosciuto. Abito in un quartiere con sole famiglie - spiega - e in uno dei Paesi più tranquilli del mondo, figuriamoci se ho paura a girare per strada di notte. E invece...». Un ragazzo le si è avvicinato e ha provato ad abbracciarla, lei lo ha respinto e lui ha provato a buttarla a terra. «Era magro, gracile, così sono riuscita a tenerlo lontano prendendolo per il colletto della camicia». A quel punto, «sono partiti i calci, tanti, tutti sulle gambe. Non so che forza ho tirato fuori e l’ho spinto via». In quel momento «è arrivata una macchina, ci ha illuminati con i fari e lui è scappato. Sono stata fortunata sia perché lui effettivamente era gracile e non si aspettava forse che potessi reagire senza farmi in alcun modo intimidire».

Certamente, dice, «ho avuto paura, tantissima e ce l’ho ancora adesso. Ho pianto non so per quanto. Fisicamente quindi sto super bene, psicologicamente sono comunque cose che ti lasciano il segno. Ora non mi va di girare in strada con gli auricolari, non esco volentieri al buio (vivo in Norvegia ed è ancora inverno, 12-13 ore al buio) e il mio passo è sempre più svelto del normale. Ma ripeto, è andato tutto bene, sono stata fortunata e quindi, per le persone a me più vicine, state tranquille che ci vuole di più per abbattermi».

Questo episodio dimostra che in tutto il mondo, anche in Paesi più piccoli del nostro come popolazione (la Norvegia ha solo 5 milioni di abitanti) ci sono delle persone violente e le donne restano purtroppo dei bersagli “facili”. La voce dell’aggressione ha fatto il giro del paese, i genitori della donna sono rimasti naturalmente molto turbati. l

Franco Corli

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