Ferrara, nuova plastica dai rifiuti: per Basell è già realtà
Protagonista del progetto è il Centro Ricerche Giulio Natta. Con la tecnologia Moretec si recupera la materia prima
Ferrara L’impianto di riciclo avanzato delle plastiche LyondellBasell lo costruirà a Wesseling in Germania ma è a Ferrara che dal 2020 è attivo l’impianto pilota di riciclo chimico, con capacità via via aumentate (oggi è un impianto prototipo), che utilizza la tecnologia MoReTec con l’obiettivo di riportare i rifiuti di plastica post-consumo alla loro forma molecolare da utilizzare poi come materia prima per la produzione di nuovi prodotti di plastica. Si affronta così il problema dei rifiuti plastici favorendo la circolarità di questo materiale, con il Centro Ricerche Giulio Natta che dopo decenni a sviluppare nuovi processi e nuovi catalizzatori per polimerizzare studia ora soluzioni per invertire il processo (de-polimerizzare). Ed è di questi giorni la “nascita” di un nuovo laboratorio di circolarità dei polimeri per implementare soluzioni e tecniche a supporto di MoReTec ma anche del riciclo meccanico, come hanno spiegato il responsabile del laboratorio Ugo Visentini e Antonio Mazzucco (direttore Centro Ricerche Giulio Natta): si tratta di apparecchiature all’avanguardia per il riciclo chimico dal punto di vista appunto del supporto al processo, e per il riciclo meccanico orientate alle applicazioni finali dei materiali che possano dare in tempi brevi le informazioni necessarie ai “ritocchi” dei processi.
Come funziona La tecnologia MoReTec parte dall’utilizzo della plastica post-consumo (compresi i materiali multistrato e misti). Il reattore viene alimentato con scaglie di plastica e catalizzatore. La reazione chimica produce, ha raccontato Nicolò Arich De Finetti, ingegnere di processo con lunga pratica nell’assistenza tecnologica dell’impianto pilota, olio di pirolisi, un sostituto di materie prime di origine fossile come la virgin-nafta. L’olio di pirolisi viene poi alimentato in un cracker per produrre monomeri come l’etilene e i monomeri vengono alimentati in un impianto di polimerizzazione per produrre nuovo polimeri. La tecnologia consente quindi l’utilizzo dei polimeri riciclati in applicazioni complesse come l’imballaggio alimentare e il biomedicale.
L’impianto È in grado di processare fra i cinque e i dieci chilogrammi all’ora di rifiuti di plastica e da circa tre anni ha studiato l’interazione fra i vari tipi di rifiuti nel processo di riciclo molecolare, ma anche fatto test di differenti catalizzatori e calcolare i tempi per la decomposizione dei rifiuti di plastica in molecole.
Lo sviluppo della tecnologia MoReTec rientra peraltro nell’impegno di LyondellBasell per la conversione delle plastiche in nuove plastiche, ha sottolineato Gabriele Mei (Vp Catalyst and Process) ricordando per esempio l’impegno per lo sviluppo di nuovi modelli di business per il riciclo meccanico con LyondellBasell che nel 2018 ha preso il controllo del 50% di Quality Circular Polymers (Qcp), una joint-venture con Suez: Qcp utilizza il processo di riciclo meccanico per produrre dai rifiuti di plastica pellet di qualità superiore per applicazioni che spaziano da elettrodomestici, flaconi di bottiglie per detergenti e valigie. I materiali, a marchio LyondellBasell, si possono trovare, ad esempio, nella collezione S’Cure Eco di valigie Samsonite; inoltre nel 2019, LyondellBasell ha prodotto plastiche partendo da materie prime rinnovabili, come oli esausti di cottura e oli vegetali, dalle quali è stato possibile realizzare nuovi articoli di plastica utilizzabili nei settori dell’imballaggio alimentare, dei giocattoli e degli articoli di arredamento.
Sostenibilità Fra gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda: 2 milioni di tonnellate di polimeri riciclati e da materie prime rinnovabili prodotti e commercializzati annualmente entro il 2030; zero emissioni derivanti dalle attività produttive entro il 2050. C’è anche grande impegno per raggiungere importanti obiettivi in termini di sicurezza. l
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