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L'agricoltura del Basso Ferrarese in lutto per Carrà, morto all'improvviso

Francesco Gazzuola
L'agricoltura del Basso Ferrarese in lutto per Carrà, morto all'improvviso

Oggi l’addio al noto imprenditore di 74 anni: «Era burbero ma dal cuore buono e amava la sua terra»

15 maggio 2023
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Volania Solo chi non si è fermato al suo lato irascibile e ha scorto l’intrinseca genuina bontà può dire di aver conosciuto veramente Cesare Carrà. L’agricoltore di Volania ha lasciato un grande vuoto in familiari, amici e collaboratori dopo l’improvvisa scomparsa avvenuta giovedì, all’età di 74 anni. «Nonostante il carattere burbero e irruente, aveva un cuore aperto: sbraitava ma sotto era buono» racconta l’amico di lunga data Rocchi Nino.

Imprenditore agricolo tra i più conosciuti del Basso Ferrarese, Carrà aveva un legame viscerale con la terra e la sua personalità era in diretta simbiosi con il suolo: ruvido ma generoso, spigoloso ma altruista. Pur non nascendo come agricoltore, rimase presto affascinato dalla coltivazione della terra e divenne uno degli imprenditori più qualificati del Mezzano. Pioniere nel suo campo, fu uno dei primi a interessarsi alle produzioni derivanti dalla coltura del pomodoro per la trasformazione industriale e quindi a trapiantare la bacca rossa, diventata poi l’oro rosso del Delta. Sensibile alla ricerca di nuove tecnologie mirate alla modernizzazione delle coltivazioni, Carrà si è sempre evoluto e ha contribuito fortemente a far diventare il Mezzano un punto di riferimento attivo del Basso Ferrarese. Anche nei giorni di festa e nonostante i ripetuti problemi di salute, trovava rigenerante toccare con mano i propri terreni e per incontrarlo bastava recarsi nel Mezzano, dove lui girava fra le strade dissestate, i campi e le capezzagne con il suo vecchio Doblò. Consapevole di dover far parte di associazioni per proseguire nel settore agricolo, «in fondo Carrà non era legato però a nessuno perché voleva rimanere se stesso nella certezza che comunque, in caso di difficoltà, il gruppo di amici-imprenditori l’avrebbero sostenuto, come lui stesso faceva». In ogni caso, Carrà è stato presidente della cooperativa “La Fenice”, con cui ha lottato anni per far migliorare la viabilità nel Mezzano, ma è stato anche nel Cda del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara e a lungo un socio di Coldiretti.

Oggi, con il suo esempio, lascia alla famiglia e alle nuove generazioni attitudini e competenze per garantire la continuità nel lavoro che ha iniziato. “Non sono andato via... la mia anima ed il mio cuore continueranno ad essere dove sono sempre stati... fra quei campi e capezzagne che ho tanto amato, fra i raccolti, negli animali e nelle acque del Mezzano” recita l’epigrafe di Carrà, che lascia la moglie Doriana, il figlio Alessandro, la nuora Barbara, il nipote Leonardo, la sorella Maria Grazia, i cognati Sante e Lorella, gli altri nipoti Nicolò e Jacopo, gli altri parenti e quanti lo conoscevano. Oggi l’ultimo saluto è alle 15.30 nella chiesa parrocchiale di Volania con un momento di raccoglimento e un brindisi alla sua memoria all’esterno della chiesa dopo la messa.


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