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Ferrara, «Springsteen non si poteva rinviare»

Ferrara, «Springsteen non si poteva rinviare»

Con qualche ora di ritardo sulla tabella di marcia, i primi fan sono potuti entrare nel Parco urbano per poter assistere al concerto del Boss, il primo della sua tournée italiana. Il sindaco attacca le opposizioni e i critici

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Con qualche ora di ritardo sulla tabella di marcia, i primi fan sono potuti entrare nel Parco urbano per poter assistere al concerto del Boss, il primo della sua tournée italiana. Gli operai hanno passato la mattina a lavorare per rendere agibile il terreno, ancora allagato e pieno di fango, spargendo anche della paglia. 
 

Alla fine la Commissione di vigilanza ha dato l’ok all’apertura dei cancelli, verso le 13 (anche se l’ok formale della commissione è stato dato a pomeriggio inoltrato, alle 17, dopo le ultime verifiche).

Nel pomeriggio, a poco più di un’ora dall’inizio programmato della festa, il Boss si è fatto vedere sul palco per un controllo e un saluto ai fan in trepidante attesa. 

Quasi in contemporanea il sindaco Alan Fabbri ha pubblicato un post abbastanza polemico su Facebook, in cui ha annunciato gli aiuti per la comunità di Faenza, “adottata” dal Comune di Ferrara (che ha stanziato 10mila euro e avviato una raccolta fondi), e attaccato i critici per il mancato rinvio del concerto. 

«Nessuno avrebbe mai potuto immaginare un momento del genere quando, due anni fa, si iniziavano a gettare le basi per questo concerto. Un concerto che vista l'enorme complessità non può prevedere rinvii o annullamenti dopo aver coinvolto migliaia di lavoratori, e che vede confluire in città migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo, che hanno comprato un biglietto aereo, una stanza d'albergo per diversi giorni e si organizzano da tempo per raggiungerci – afferma Fabbri – Mi dispiace se qualcuno può aver pensato che Ferrara sia rimasta insensibile alla tragedia in Romagna solo perché non ha annullato il concerto del Boss. Ma vi posso garantire che da ex sindaco di Bondeno, che ha vissuto il terremoto del 2012, in prima linea, non ho mai chiesto che l'Italia o la Regione fermasse campionati, eventi e produzione di aziende per solidarietà nei nostri confronti. Primo perché non risolve nulla, se non creare altri danni economici a territori, lavoratori e imprese che hanno investito ingenti somme per la realizzazione dell'evento, secondo perché è un livello di demagogia che non mi appartiene. Perché è di questo che si tratta: in Italia c'è ancora una parte dell'opinione pubblica che pensa che il mondo degli eventi non sia un settore uguale agli altri, che se ne può fare tranquillamente a meno, e in virtù di questo può essere sacrificato in qualsiasi occasione. Nella realtà dei fatti sono aziende e persone che hanno subito più di tutte le altre categorie il peso di due anni di restrizioni Covid, ed è un peccato che qualcuno oggi lo abbia già dimenticato».

«Conosco i romagnoli, grandi lavoratori e di grande cuore e sono felice per i messaggi che in queste ore ho ricevuto proprio da loro, esortandomi a non leggere le critiche e ad andare avanti – prosegue il sindaco estense -. Molto meno felice per tutti gli oppositori politici locali che, per posizioni meramente ideologiche, sono costretti a sfruttare ancora una volta tragedie come queste, che non mi vedono in alcun modo responsabile, per infangare il buon nome del mio operato e della città. Credo che la musica tutta, e a maggior ragione a questi livelli, abbia il grande potere di unire popoli e sensibilità di ogni parte del mondo. Oggi Ferrara, come Forlì, Faenza, Cesena, Imola, Ravenna e tutta l'Emilia Romagna sono il centro del mondo e avranno l'occasione di dimostrare che nonostante tutto non ci pieghiamo dinnanzi alle avversità. Ma reagiamo attivamente, continuando a lavorare in silenzio e a testa bassa per il nostro territorio.

Godendo della popolarità mondiale che in questo momento abbiamo come città, credo possiamo fare molto di più che restare inutilmente fermi annullando un concerto. Oltre alle squadre di soccorso che già operano in quelle zone da giorni, ho chiamato il sindaco Massimo Isola perché abbiamo deciso di "adottare" il comune di Faenza, uno dei più colpiti, per dimostrare fattivamente tutta la nostra solidarietà».

«Oltre alla donazione di 10mila euro dal Comune di Ferrara, potranno pervenire le vostre attraverso questo iban IT20V0627013199T20990000808 intestato al Comune di Faenza con causale "Donation for the flood Emergency 2023".Vi ricordo che Ferrara non è isolata e può essere raggiunta in vari modi: attraverso la A1, treni speciali e ultimamente sono stati riaperti anche tratti della a14 interessati dall'alluvione». 

A sostegno della scelta di fare il concerto interviene anche Claudio Cecchetto: «Io penso sempre che se le cose si possono fare, si devono fare. Il concerto di Bruce Springsteen è stato organizzato perché era una cosa bella, perché serviva, perché le persone avevano voglia di questa cosa. Bisogna cercare di essere superiori a questo evento negativo, per far capire che se il fato vuole rovinarle noi faremo di tutto per sconfiggerlo. Stiamo parlando di tempo libero per l'anima, per il benessere psichico – scandisce Cecchetto, che di concerti ha esperienza

più di ogni altro in Italia -. Se subiamo un torto da parte della natura non aumentiamo questo torto mettendoci del nostro. Chiaramente bisogna che tutto sia fatto in sicurezza, tenendo presente e garantendo l'incolumità delle persone».