Ferrara, arrivano nuovi agenti all’Arginone, ma non c’è il garante dei detenuti
L’annuncio del senatore Balboni (FdI), da 5 mesi si attende la nomina della figura
Ferrara «Il garante dei detenuti ha avuto un impatto significativo sulla cultura della giustizia in Italia: ha segnato una svolta sulla qualità della detenzione e dell’esecuzione delle pene, andando oltre tribunali e corti fino a toccare il cuore delle strutture penitenziarie. Perché il grado di civiltà di un paese si misura anche dalle condizioni delle sue carceri»: parole chiare e dirette, scandite durante la presentazione della relazione al Parlamento del Garante dei detenuti nazionale. Che dovrebbero riecheggiare anche a Ferrara, dove invece dal febbraio scorso il garante dei detenuti non c’è: deve essere ancora nominato il sostituto dello scomparso Francesco Cacciola, deve deciderlo il Comune, ma non sembra una priorità, nonostante l’eco di queste parole. Nemmeno la sollecitazione della Camera penale di Ferrara, giorni fa, ha avuto risposte dal Comune per la nomina del garante del carcere Arginone/Satta. Ed era stato anche il Garante regionale, Roberto Cavalieri, a ricordarne l’importanza poiché, spiegava «in occasione del nuovo coordinamento dei garanti in regione ho invitato gli enti che non lo hanno ancora nominato a provvedere».
In Comune, come riferiscono, è in corso da parte degli uffici l’adozione degli atti per individuare i candidati: la macchina burocratica è in moto, e i tempi? Non ci sono termini, si dovrà attendere la “gara”, poi la lista candidati e quindi la selezione e decisione. E anche se la Giunta fa melina, le opposizioni in consiglio non sono da meno, visto il loro silenzio. Il senatore Alberto Balboni, invece, interpellato sui problemi del carcere, sul garante detenuti a Ferrara ha idee chiare: pur non avendo poteri decisionali spiega che «la pratica è già all’attenzione degli uffici comunali, perchè non si può restare senza garante: ma posso tranquillizzare la Camera penale che arriverà presto la nomina». Va oltre, poi, Balboni, da tempo interessato dei problemi del carcere cittadino incontrando sindacati, agenti, detenuti e direzione nei mesi scorsi e facendosi portavoce dei problemi col ministro Nordio e il ministero di giustizia. «Dopo la mia interrogazione e del collega Malaguti, per vie informali abbiamo saputo che nelle previsioni di ulteriori rinforzi vi saranno nuove assunzioni per il carcere di Ferrara alla luce dell’organico sottodimensionato: per questo dobbiamo ringraziare gli agenti, per il lavoro che fanno sono eroi con altissimo senso delle istituzioni e del dovere. Purtroppo le risorse sono quelle che sono, il governo ha stanziato molto per dare dignità ad organici e trattamento economico».
Balboni è perentorio: «vi sono problemi ereditati e per questi mi permetto di segnalare che di recente il governo ha concluso accordi per far scontare le pene nei loro Paesi ai detenuti stranieri in Italia. L’accordo c’è già con Romania e Albania, è in corso con altri». Una piccola rivoluzione perché per trasferire un detenuto straniero nel proprio Paese occorre vi sia il proprio consenso: «Oggi - spiega Balboni - garzie ad accordi bilaterali con gli Stati di provenienza, si può trasferire il detenuto senza il consenso». E ancora: «Si sappia che i detenuti nelle carceri italiane sono al 40% stranieri, già trasferirli in parte risolverebbe il sovraffollamento. E ancora, si sappia anche che un detenuto costa 250 euro al giorno allo Stato: e sono soldi che andrebbero per il personale».
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