Calcio, è il bando della discordia: scontro sulla gestione dei campi a Cento
Il presidente della Centese: «Impianti insufficienti, rischiamo la chiusura»
Cento «Se le cose non dovessero cambiare la Centese Calcio rischia di chiudere, perlomeno il suo settore giovanile la cui attività agonistica potrebbe essere fortemente ridimensionata». Le parole sono di Alberto Fava, presidente della Centese Calcio, storica società cittadina con trascorsi (non antidiluviani) tra i professionisti. La rottura era nell’aria da giorni, ed è diventata realtà dopo l’apertura delle buste che di fatto ha sancito la nuova mappa della gestione dei campi da calcio a Cento. Ogni società ha potuto indicare un impianto “gradito”: alla fine il nodo è rimasto quello che tutti prevedevano. La Centese Calcio – 373 tesserati tra prima squadra e settore giovanile – aveva indicato come “gradito”, appunto, il cosiddetto “Spallone”, altrettanto storico campo che si trova appoggiato all’argine del fiume Reno e a ridosso del ponte nuovo che collega Cento a Pieve, impianto che dal 2004 è gestito dalla società amatoriale Guercino Calcio. Sta di fatto che all’apertura delle buste – che contengono tra le altre cose le offerte economiche su cui per gran parte si basa l’assegnazione fatta dal Comune di Cento – la stessa Guercino si è vista confermare per i prossimi anni la gestione dello “Spallone”. A discapito, naturalmente, proprio della Centese. Che adesso, per bocca del suo primo dirigente, si trova a fare i conti con un futuro che mostra più di una incognita. È stato quindi così che il bando che avrebbe dovuto – e di fatto finora ha – disciplinare la gestione dei campi da calcio del territorio la cui convenzione è scaduta il 30 giugno si è – altrettanto di fatto – trasformato nel bando della discordia. Rispedendo al mittente, cioè il Comune, un pallone nel caos. Con conseguenze oggi difficilmente immaginabili.
Tra i primi, probabilmente il primo, a uscire allo scoperto “denunciando” la scarsa adeguatezza di questo bando e soprattutto degli esiti che ha prodotto è stato ieri proprio il presidente della Centese Calcio. Ma è concreto il rischio che il suo settore giovanile scompaia? «Non voglio evocare scenari apocalittici perché non è uno stile che mi appartiene – risponde Fava – ma di certo questo rischio incombe. Il vulnus arrecato alla nostra società è chiaro e prende le mosse dalla situazione complessiva dei campi da calcio nel nostro Comune: tanti tesserati, pochi impianti. La Centese – aggiunge il suo presidente – conta attualmente 373 tesserati tra prima squadra (che milita in Prima Categoria, ndr) e settore giovanile. Tenendo conto che la Centese utilizza da anni lo stadio Bulgarelli e il campo del Parco del Reno, avevamo chiesto di poter disporre anche dello Spallone. Questo a causa dei salti mortali che abbiamo dovuto fare nel corso dell’ultima stagione quando per poter accogliere il nostro intero settore giovanile abbiamo dovuto affittare campi anche fuori Comune, penso ad Argelato, o nell’ambito comunale a Buonacompra, Alberone e altri, con costi che non siamo più in grado di sostenere». Fava tiene in particolare a una sottolineatura: «Sia ben chiaro – specifica – nessuno vuole innescare battaglie di retroguardia tra i nostri club che hanno tutti pari dignità e che meritano, tutti, rispetto. Ma non posso non ricordare che avevo proposto alla Guercino una fusione con la Centese, ma l’invito venne declinato. Offersi allora alla Guercino la presidenza, ma fu ancora un nulla di fatto».
E adesso quali saranno gli scenari entro il cui perimetro ragionare? «Nei prossimi giorni chiederemo un nuovo incontro al vicesindaco Salatiello per portare sul tavolo del Comune il nostro grido di dolore. I responsabili del settore giovanile minacciano di consegnarmi le chiavi degli impianti, che vorrebbe dire la fine del nostro vivaio con tutto quello che questo si porta appresso: ragazzini, famiglie, sogni, passione. La Centese Calcio è un marchio storico, è patrimonio dei centesi, ci sono ragazzini che hanno scelto di giocare coi nostri colori e ai quali dobbiamo garantire un futuro in questo club. Non chiediamo corsie preferenziali – conclude il presidente della Centese – ma il riconoscimento di spazi che vadano di pari passo con le nostre dimensioni e i nostri tesserati». l
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