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Ferrara, edifici fantasma tra periferia e pieno centro

Gian Pietro Zerbini
Ferrara, edifici fantasma tra periferia e pieno centro

Continua lo stato di abbandono di tanti palazzi, ex fabbriche e chiese. Da anni prosegue il degrado, con progetti di riconversione ancora lontani

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Ferrara Sono veri e propri edifici fantasma che si trovano in periferia, ma anche in pieno centro a Ferrara. Palazzi e strutture che un tempo erano pieni di vita e di operosità e che invece da tanti anni sono abbandonati e deserti, pieni di erbacce e detriti. Il tutto rappresenta anche un grosso pugno all’estetica urbanistica, perché evidenzia un forte stato di degrado. Col tempo alcuni sono stati risanati, ma ci sono dei “cold case” che si trascinano da anni, per i quali sembra ci sia una soluzione di rigenerazione, ma restano nell’oblio. Complici la crisi, una mancanza di fondi e di progetti per intervenire a risanare e anche il terremoto, che lascia ancora molti segni del suo passaggio a distanza di 11 anni.

Edifici abbandonati a se stessi e con ancora tanti punti interrogativi su un futuro incerto dovuto ad un presente di incognite.

Tra questi c’è l’ex Trony in via Pontegradella, che un tempo ospitava una dei punti più forniti per l’elettronica e che invece dalla chiusura dell’attività da più di dodici anni è un rudere vuoto, balzato alle cronache recenti solo per i blitz effettuati dalla forze dell’ordine per sgomberare i locali occupati abusivamente. A Ferrara ci sono stati vari interessamenti in questi anni per occupare l’area con un’attività alternativa ma molti sono andati a vuoto.

Sul fronte immobiliare si aspettava un colpo d’ala da parte di Coop Alleanza 3.0 che negli ultimi anni sembrava intenzionata a costruire residenziali, ma ancora resta tutto desolatamente fermo. Prudenza che ha impedito al momento di fare le prime mosse anche nell’area di via del Lavoro dove sempre la Coop sembrava interessata ad espandersi con attività commerciali e per questo aveva fatto demolire anche gli edifici obsoleti dell’ex Felisatti in via del Lavoro. E proprio in questa via ci sono ancora tante fabbriche dismesse a cominciare dalla Santini. Altro “mostro” da riconvertire è l’ex distilleria di via Turchi, negli ultimi tempi rifugio di molti abusivi, con un complesso di edifici e terreni talmente vasto e sul quale poteva sorgere tranquillamente un ospedale al posto di farlo così distante dalla città. Per la riqualificazione dell’area c’è un progetto da 50 milioni per realizzare un fotovoltaico. Ma anche qui occorreranno minimo due anni per avviare il tutto.

Non solo nelle periferie ci sono edifici dismessi e abbandonati, ma anche in pieno centro. Alcune chiese come Santa Monica in via Montebello risultano abbandonate come quella delle Stimmate in via Palestro/Piazza Ariostea. C’è poi la chiesa di San Domenico in via Spadari, chiusa dal sisma e con una riapertura che appare problematica. Anche nell’ex Ipsia di via Roversella il progetto per riconvertire il complesso Santa Caterina è ancora al palo. Stesso discorso per palazzo Melli in via Mayr di proprietà della Provincia. Anche gli ex cinema Manzoni e Alexander non hanno trovato una riconversione come altre strutture cinematografiche. E purtroppo il tempo passa e gli edifici abbandonati restano. l

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