Bondeno, l'elicottero precipita nella cava: due le persone disperse
Si cercano i corpi dell’imprenditore Hazem Bayumi e di un fotografo. Il velivolo ha preso fuoco, si è diviso in vari pezzi ed è nel profondo fondale
Bondeno La fiammata, l’elicottero impazzito e i pezzi della fusoliera che piovono dal cielo nell’acqua della cava di sabbia. Un Ranger III matricola Tango 7 è precipitato ieri mattina a Bondeno, vicino al cavo napolenonico all’altezza della Cava Sei a Settepolesini. Due le persone a bordo. Alla guida, stando ai primi accertamenti, l’imprenditore Hazem Bayumi, 73 anni residente a Bologna e con lui un fotografo del nord Europa la cui identità non è stata confermata anche perché i corpi non sono stati ancora recuperati.
La dinamica L’elicottero è partito dall’aviosuperficie di Crespellano (Bologna) attorno alle 9.30 di ieri mattina, in una giornata relativamente limpida ed era atteso a Padova per le 10.40.
Arrivato a Ferrara il pilota si è trovato avvolto dalla nebbia. All’altezza della cava di sabbia di Settepolesini, il rotore di coda avrebbe preso fuoco e dopo pochi secondi l’elicottero è precipitato. Una sorta di “palla di fuoco” in cielo, seguita da una pioggia di pezzi di plastica e ferro nello specchio d’acqua della cava, dove stavano lavorando decine di operai che dopo aver realizzato quanto fosse successo, hanno chiamato vigili del fuoco e 118.
I soccorsi Una imponente macchina di soccorsi si è messa in moto, non senza difficoltà considerata la particolarità dell’incidente. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco da Bondeno e Ferrara e subito anche i colleghi di Bologna con i sommozzatori trasportati dall’elicottero. Presenti anche i medici, gli infermieri e il personale del 118, il comandante della polizia municipale con i suoi uomini Stefano Ansaloni, la pubblico ministero Barbara Cavallo, la medico legale e i carabinieri.
La tragedia è apparsa subito chiara: nessuna delle persone a borse di sarebbe potuta salvare. Inizialmente è sembrato che le persone a bordo potessero essere quattro, ma dopo i primi accertamenti il numero è sceso a due. Il recupero dei corpi sarà molto difficile: l’impatto è stato violento e la cava, molto grande, vede una profondità anche di 30 metri con acqua torbida e fondale melmoso. Per quanto i sommozzatori dei vigili del fuoco siano professionisti molto esperti, la situazione richiede strumentazioni particolari che potrebbero arrivare nella giornata di oggi.
Le ricerche Il nome del passeggero disperso, almeno fino a ieri sera, non è stato diffuso perché necessita di una serie di controlli incrociati. C’è da specificare, infatti, che si tratta di un elicottero civile privato e di conseguenza non ha l’obbligo di fare un piano di volo e di dare comunicazione all’aeronautica militare e in questo modo ovviamente vengono a mancare una serie di servizi tra cui anche quello del monitoraggio. Stando a quanto raccontato dai testimoni, avrebbe preso fuoco il rotore di coda la cui funzione è quella di compensare la coppia interna del motore, impedendo così che il velivolo ruoti su se stesso.
«La coda si è staccata e a quel punto l’elicottero è come impazzito», hanno raccontato alcuni operai. Pezzi dell’ultraleggero, che in realtà non è esploso ma ha impattato violentemente sull’acqua, sono arrivati anche a diverse centinaia di metri di distanza e i vigili del fuoco li hanno pian piano portati sulla riva, concentrando però le ricerche innanzi tutto sui corpi che pare si trovino a diverse decine di metri di profondità. Ieri pomeriggio è arrivato a Bondeno anche il figlio dell’imprenditore che presumibilmente si trovava alla guida del mezzo. l