Il Piano urbanistico per Ferrara: «La parola d’ordine è semplificazione»
Dall’8 novembre e per 60 giorni le consultazioni aperte a tutti i cittadini
Ferrara «Una città che guarda avanti, difendendo la propria storia e il proprio passato». Uno slogan, quello del sindaco Alan Fabbri, che serve a descrivere le intenzioni del Pug, il Piano urbanistico generale per la città di Ferrara, da poco licenziato dalla Giunta e pronto per essere condiviso con i ferraresi: cittadini in generale, portatori di interessi particolari, tutti.
Dall’8 novembre il Piano dovrebbe essere depositato e da allora scatteranno i 60 giorni previsti dalla legge per raccogliere le osservazioni da parte di tutti gli interessati, prima della discussione finale in Consiglio comunale, al quale spetta la parola finale. Il termine ultimo è il 25 aprile, data nella quale terminerà la prima consiliatura targata Fabbri.
«Abbiamo fatto circa quaranta incontri tra enti e portatori di interessi - spiega l’architetto Fabrizio Magnani, responsabile dell’Ufficio di piano del Comune) -. Da qui si parte per perfezionare il Pug e per la sua adozione, stimata per la primavera del 2024». Prossimamente sono in programma quattro incontri negli spazi di Wunderkammer, e c’è già un sito ad hoc con anche un form per raccogliere le informazioni. «La parola d’ordine è stata semplificare - dice ancora Magnani -: passeremo da circa 140 articoli dell’attuale regolamento a circa 35». Il Pug, spiega il dirigente, è un documento che racchiuderà ciò che oggi è diviso e stratificato Psc e Rue (Piano strutturale comunale e Regolamento e Regolamento urbanistico edilizio) e che, oltre a dare una sfoltita alla selva di acronimi poco digeribili dalle persone comuni, renderà più semplice anche il lavoro ai professionisti, o almeno questo è l’obiettivo.
Il Pug avrà un focus dedicato specificamente al Petrolchimico e anche qui vi sarà una «semplificazione normativa», come piegano Magnani e Cristiano Rinaldo, coordinatore dell’Ufficio di piano, con l’unificazione delle sei micro zone attuali tutte con una loro disciplina particolare che rendono difficoltoso anche dare risposte nei tempi richiesti dalle aziende.
Proprio a Rinaldo è stato affidato il compito, ieri in conferenza stampa, di spiegare a volo d’aquila il dettaglio tecnico del Piano urbanistico generale, che si divide «in una parte strategica e in una di disciplina». La seconda è quella più tecnica, la prima è quella che incarna ciò che il sindaco ha correttamente indicato come un «fatto squisitamente politico: centrare la città all’interno di documenti che serviranno per gestirne lo sviluppo». E da questo punto di vista, il Pug individua quattro obiettivi strategici generali, imperniati su tre capisaldi: rigenerare la città costruita con l’individuazione di 80 aree dismesse da riutilizzare; la riduzione del consumo di suolo con l’eliminazione di previsione in espansione dell’attuale Psc pari a circa 1.800 ettari e confinando la capacità massima espansiva per i prossimi 30 anni in 150 ettari (più o meno un’area grande quanto il Parco urbano, per averne un’idea); e poi il miglioramento della qualità urbana ed ecologico ambientale del capoluogo e della frazioni.
Quattro obiettivi strategici, dicevamo. La “città resiliente e antifragile” per affrontare i cambiamenti climatici e i rischi di origine naturale e antropica; la “città policentrica, rigenerata e abitabile” e poi quella “attrattiva, accogliente e competitiva”; infine la “città interconnessa e accessibile” che punta al rafforzamento della rete infrastrutturale per i vari tipi di mobilità.
«Sono arrivati 300 contributi sul tavolo- afferma l’assessore all’Urbanistica Nicola Lodi -. Spero che adesso arrivino tantissime osservazioni. A questo percorso hanno lavorato in tanti per arrivare all’adozione in meno di due anni. Abbiamo la responsabilità di disegnare il futuro urbanistico dei prossimi decenni»l
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