Israele e frasi discutibili, Moni Ovadia non si dimette dal teatro di Ferrara
Il Cda del teatro Comunale non ha chiesto le dimissioni del direttore Moni Ovadia che a sua volta non le presenterà. Si chiude con una dichiarazione critica ma senza rottura la questione
Ferrara Moni Ovadia non si dimetterà dalla direzione del teatro Comunale né gli saranno richieste dal Consiglio di amministrazione. Dimissioni annunciate in seguito alle polemiche su certe frasi legate al conflitto israelo-palestinese che avevano raccolto ingenti critiche, aprendo anche il fronte di scontro con il senatore Alberto Balboni.
Alla fine, però, passa la linea di Sgarbi: libertà di parola e di critica anche a fronte di posizioni sgradevoli e non condivisibili.
La decisione è stata assunta, in modo unanimemente condiviso, ieri pomeriggio nel corso del Consiglio di Amministrazione del Teatro, alla presenza dello stesso Ovadia, che ha dichiarato: «Il mio ruolo al Teatro “Abbado”, anche sotto il profilo formale, è quello di prestatore d’opera, in relazione alle funzioni di direttore. Quanto ho dichiarato è una manifestazione del pensiero, a titolo del tutto personale e fuori da tali funzioni. Se per qualche tempo ho pensato a un passo indietro era solo per non trascinare il teatro nelle polemiche, anche e soprattutto a tutela dei lavoratori. Per questa ragione avevo momentaneamente annunciato le dimissioni, riservandomi eventualmente di formalizzarle più avanti. Oggi tutto è stato chiarito e, preso atto che il CDA non richiede le mie dimissioni, sussiste ancora il clima di fiducia che ci consente di proseguire con serenità nel lavoro svolto. Sono felice di continuare la mia esperienza a Ferrara. Sono contento e onorato di essere qui».
«Con la delibera – ha detto il vicepresidente Carlo Bergamasco, facendosi anche portavoce del presidente Michele Placido, impossibilitato per ragioni professionali – vogliamo rimarcare e sancire due principi a nostro avviso ineludibili: il primo è che mai invocheremo le dimissioni per idee espresse a titolo personale e fuori dalle funzioni, per quanto tali idee siano da noi assolutamente non condivise, il secondo è che la figura del direttore si valuta per i risultati realizzati a teatro. Risultati che sono ottimi, quindi ci sono tutte le condizioni per proseguire nella continuità di un grande lavoro svolto».