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Il lutto

Sla fulminante, architetto ferrarese stroncato in quattro mesi

Sla fulminante, architetto ferrarese stroncato in quattro mesi

Primi sintomi a luglio, l’altra sera il decesso. «A lui si deve il recupero dell’ex Teatro Verdi»

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Ferrara I primi segnali li aveva accusati ad un braccio, mentre si trovava a Cartagena, in Spagna, dove lavorava ormai da anni. Primo ricovero in ospedale, era il luglio scorso, primi sospetti e subito dopo la diagnosi, raggelante: Sla fulminante. Luca Lanzoni, architetto di 55 anni molto noto in città anche per il suo impegno associativo, è deceduto l’altra sera in città. Il cordoglio di chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui si mescola in queste ore allo sbigottimento per un decorso così rapido di una malattia che si tende ad associare a peggioramenti progressivi nel corso di molti anni. In realtà casi simili, se non proprio così repentini nell’epilogo, ogni tanto emergono.

Il ritratto “pubblico” di Lanzoni lo ha consegnato ai social uno dei suoi colleghi e conoscent, Giangi Franz: «Luca faceva parte dei 200 studenti che videro nascere la Facoltà di Architettura di Ferrara nel 1991 e contribuirono a darle vita, energia e prestigio. Io lo conobbi nel ‘92/93 quando arrivai a Ferrara come assistente. Insieme ad altri - continua il ricordo dell’architetto - fu protagonista di tanti workshop organizzati da Paolo Ceccarelli e da Daniele Pini e in tutti noi resterà per sempre la memoria dei workshop a Essaouira, in Marocco». Appena laureato Lanzoni iniziò a lavorare con Daniele Pini per l’Unesco e per la Banca mondiale a diversi progetti di ricostruzione nei Balcani Occidentali, un impegno che anche di recente stava affrontando per il Kossovo. Dopo aver dato vita al master internazionale Ecopolis, con impegni professionali in America Latina, Cile e Isola di Pasqua, nel 2012 Lanzoni con Franz e altri fondò «per divertimento ma anche per sfida alle pratiche correnti, Città della Cultura/Cultura della Città», con eventi tipo “A click forward” all’interno di ciò che restava del Mercato coperto, «un successo di pubblico (grazie alla presenza del compianto Philippe Daverio), che le due amministrazioni, la passata e la presente, non capirono» continua l’amico architetto; e “Io riapro il Teatro Verdi”. «Se oggi Ferrara ha nuovamente agibile il Teatro Verdi e una delle piazze più frequentate dai giovani universitari al posto di un triste parcheggio, è stato proprio grazie a quell’evento per il quale Luca progettò e realizzò il primo crowdfunding italiano per la riapertura di un bene culturale». Si era occupato molto di rigenerazione urbana, essendo nominato nel panel degli esperti europei per programmi di finanziamento come Urbact.

Da circa cinque anni si era si era trasferito per lavoro a Cartagena, nel sud della Spagna, dov’è avvenuto il primo ricovero. «Abbiamo fatto tutti gli esami possibili, anche al centro Sla di Modena, nessuno ha messo in dubbio la prima diagnosi - dice l’ex compagna, Monica Matteotti, che gli è rimasta vicina fino alla fine con i due figli - È sempre rimasto cosciente e lucido, le sue condizioni sono precipitate in poche ore».

I funerali sono fissati martedì alle 10.30 in Certosa. l

S.C.

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