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Viaggio nel cantiere

Poggio Renatico, il Castello Lambertini riapre entro Pasqua

Samuele Govoni
Poggio Renatico, il Castello Lambertini riapre entro Pasqua

L’edificio si prepara a tornare alla vita, lavoro costante per raggiungere il traguardo. Un’anticipazione delle future sale: dall’imbarcadero agli affreschi ritrovati alla nuova torre

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Poggio Renatico Sarebbe riduttivo parlare semplicemente di restauro, quello di Castello Lambertini è un vero e proprio ritorno alla vita. Mancano un centinaio di giorni alla riapertura del monumento simbolo di Poggio Renatico, gravemente danneggiato dal terremoto del 2012 e chiuso al pubblico da allora. Dopo quasi quattro anni di lavori ininterrotti (senza contare studi, progetti e sopralluoghi) lo storico palazzo è quasi pronto a riaprire. «Nel Castello si lavora senza sosta, all’interno del palazzo ci sono una trentina di persone che ogni giorno operano per chiudere il cantiere entro fine marzo: ce la faremo». Gianni Rizzioli, geometra di Poggio Renatico e responsabile dell’ufficio tecnico comunale, ha seguito tutto l’iter dall’inizio. Dell’edificio storico conosce ogni mattone, ogni angolo, ogni affresco riaffiorato dopo secoli di oblio.

Imbarcadero Il nostro viaggio all’interno del cantiere comincia dall’imbarcadero. «In passato questo spazio era utilizzato come deposito. Tra cianfrusaglie e cumuli di terra a dividere soffitto e pavimento erano rimasti pochi centimetri, oggi invece lo spazio è molto più ampio». L’imbarcadero diventerà infatti sala espositiva. Le stanze potranno ospitare mostre temporanee e, anche da spoglie, raccontare una storia ai più sconosciuta.

«Durante il restauro abbiamo trovato resti di un primo insediamento davvero antico, antecedente al 1300. La colonna sarà protetta da un vetro e illuminata. Anche alcune parti del pavimento resteranno a vista».

Piano terra Qui troveranno spazio gli ambulatori e l’ufficio della polizia locale, di fatto l’unico ufficio comunale dell’edificio. Un tempo la struttura era sede comunale, ora invece non sarà più così. «Al piano terra abbiamo deciso di raccogliere tutto ciò che riguarda la medicina e la salute dei cittadini e poi - spiega Rizzioli -ci sarà un reparto dedicato alle forze dell’ordine». L’obiettivo è far vivere la struttura quotidianamente, al di là di eventi e iniziative culturali che si svolgeranno temporaneamente; gli spazi riservati alla sanità garantiranno un via vai quotidiano e consentiranno agli ambienti di essere vissuti.

Primo piano Salendo le scale si raggiungerà l’area dedicata alla cultura. Le stanze ospiteranno biblioteca, sale di lettura e associazioni. Nulla è stato lasciato al caso, i dettagli sono stati curati nel dettaglio. «Abbiamo ritrovato affreschi realizzati tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, i restauratori li hanno riportati alla luce e ora tutti potranno ammirarli», dice il geometra. Le porte sono quelle antiche, in legno massiccio, restaurate e installate secondo le normative vigenti. Anche le inferriate sono rimaste quelle di sempre. La torre in acciaio corten è stata installata, ora si lavora all’interno. La struttura ospiterà il museo di Poggio con reperti e materiali antichi ritrovati durante le opere di restauro. La vetta sarà accessibile, sarà un punto panoramico dal quale si vedrà tutto il paese e le campagne circostanti. Sempre in corten anche il modulo che avvolge le scale di sicurezza situate all’esterno della struttura. «Abbiamo potuto contare su professionisti del settore che hanno lavorato e continuano a lavorare con impegno per il bene dell’edificio e della storia. Non vediamo l’ora di condividere questo spazio con tutta la comunità».l