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La cerimonia

«Giornalista e sindacalista coerente, si batteva per i princìpi»

«Giornalista e sindacalista coerente, si batteva per i princìpi»

Al funerale di Marco Gardenghi in Certosa presenti anche i vertici della Fnsi: «Credeva in un sindacato di servizio»

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Ferrara «Marco è stato il mio migliore amico e mi ha insegnato molto. A non essere egoista, a difendere i princìpi, ad essere creativo e fuori dagli schemi nel giornalismo e nel sindacato, a saperne sempre di più di chi legge, perché chi fa questo mestiere – diceva – deve essere preparato». Matteo Naccari, componente della segreteria della Fnsi, ha dedicato un ricordo personale e affettuoso all’amico e collega Marco Gardenghi, scomparso nei giorni scorsi all’età di 69 anni. Naccari ha parlato oggi (15 dicembre) davanti a una folta platea riunita nella Sala del Commiato della Certosa. «Marco studiava molto – ha proseguito rivolto alla moglie Vita e alla figlia Elisabetta –  era uno dei massimi esperti di contratti giornalistici del Paese. Su tanti temi, anche non legati alla nostra professione, ci si confrontava a volte anche litigando, ma era uno scambio sempre proficuo e positivo che lasciava all’interlocutore la libertà piena di pensare e agire».

A Ferrara, per rendere omaggio alla sua attività svolta nel sindacato, sono giunti la segretaria nazionale della Fnsi, Alessandra Costante,  l’ex segretario nazionale Raffaele Lorusso e il presidente dell’Associazione Stampa Emilia Romagna (Aser), Paolo Maria Amadasi. «Quando ci siamo conosciuti fin dall’inizio abbiamo condiviso l’idea che il sindacato dei giornalisti dovesse trasformarsi diventando sempre più un sindacato di servizio, lontano da chi cercava solo promozione personale», ha detto Lorusso. Alessandra Costante ha ricordato «l’ironia» che dispensava durante le riunioni con i colleghi e «la collaborazione che aveva offerto, negli anni di servizio ai vertici della Fnsi,  alle associazioni stampa regionali». Un impegno ricambiato dalla presenza e dalle parole dei referenti dei sindacati regionali giunti dal Trentino, dall’Umbria e dal Veneto. «Uno dei tratti salienti del suo carattere era la sua “rigidità”, così veniva definita  – ha sottolineato uno dei sindacalisti intervenuti – ma non era un tratto negativo. Marco prendeva una posizione netta e ha sempre mantenuto la sua coerenza, nel lavoro giornalistico e nel sindacato. Non scendeva a compromessi». Il notaio Alessandro Mistri ha rammentato il suo amore per la musica, per il rock e per il jazz, e la sua «generosità». Ma Gardenghi seguiva anche lo sport, il rugby in particolare, come ha ricordato – tra gli altri – una persona a lui molto vicina.