Ferrara, diagnosi preimpianto: «Trasparenza violata», assegnazione da rifare
La decisione del Tar sulla gara dell’Azienda Usl
Ferrara Tutto da rifare. O quasi. Dopo aver sospeso tutto già a marzo dell’anno scorso, il Tar dell’Emilia-Romagna ha annullato l’assegnazione del servizio quinquennale di diagnosi preimpianto per il Servizio di procreazione medicalmente assistita, dal valore di 1,1 milioni di euro (più Iva), che l’Ausl di Ferrara aveva affidato in appalto alla Juno Genetics Espana a gennaio del 2023 per via di una pesante irregolarità in materia di trasparenza amministrativa.
L’appalto, infatti, era stato assegnato da una commissione di gara in cui era presente, in qualità di presidente, Andrea Ferrocci, direttore dell’Ausl, nonché direttore del Servizio comune economato e gestione contratti, che nello stesso procedimento aveva già l’incarico di responsabile unico e che aveva già partecipato alla fase di predisposizione del regolamento di gara, sottoscrivendone sia il disciplinare che il capitolato speciale.
Tale comportamento, scrivono i giudici del Tar, «integra la palese violazione del principio di necessaria separazione tra la fase regolatoria e la fase attuativa del procedimento di scelta del contraente in una gara pubblica, con conseguente compromissione delle esigenze di tutela della trasparenza della procedura di gara». Lo stessa violazione era già stata posta alla base del provvedimento con il quale, già nel mese di marzo del 2023, tutto era stato sospeso.
Giudicando nel merito sul ricorso avanzato dalla società Igenomix Italia, arrivata terza nella gara, dietro all gruppo Eurofins Genoma e alla vincitrice Juno Genetics, i giudici amministrativi hanno deciso che l’assegnazione vada rifatta in tempi molto stretti, con una diversa commissione in cui non sia presente Ferrocci e che rinnovi la valutazione delle offerte presentate da Juno Genetics ed Eurofins Genoma con l’attribuzione dei rispettivi punteggi e rielabori la graduatoria finale.
La decisione del Tar accoglie solo parzialmente, e solo per il motivo che la Igenomix aveva posto per ultimo e in via del tutto subordinata, il ricorso, ritenendo infondato il più corposo primo motivo, nel quale la società ricorrente mirava di fatto a far escludere la Juno Genetics dalla gara, per via della mancanza di specifici requisiti richiesti per partecipare al bando. Mancanza che secondo i giudici non c’è.
Un secondo motivo riguardava la rinnovazione delle operazioni di valutazione delle offerte tecniche - che secondo Igenomix hanno sopravvalutato alcuni elementi delle sue concorrenti - ma per motivi di «priorità logica e di economia processuale», i giudici hanno deciso di ritenere prioritario il terzo motivo del ricorso, quello relativo all’illegittima composizione della commissione di gara.
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