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Il caso

Omicidio a S. Giovanni, Ferioli si trincera nel silenzio e resta in carcere

Fabio Terminali
Omicidio a S. Giovanni, Ferioli si trincera nel silenzio e resta in carcere

Il veterinario centese è accusato dell’omicidio del coinquilino

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Cento Francesco Ferioli ha scelto di rimanere in silenzio, ieri pomeriggio, davanti al gip Maria Cristina Sarli. Il 48enne veterinario di origine centese ha preferito non rispondere alle domande, non spiegare come sia possibile che il suo coinquilino Andrea Beluzzi, 54 anni, domenica scorsa, giorno di San Silvestro, sia stato trovato morto, accoltellato al petto, accanto al letto dell’abitazione di San Giovanni in Persiceto che condividevano dall’inizio di novembre. «Assieme al mio assistito – si limita a dichiarare il suo avvocato, Benedetto Bevilacqua - ci riserviamo di essere sottoposti prossimamente a interrogatorio, oppure di fornire dichiarazioni spontanee». Intanto da parte del gip del Tribunale di Bologna è arrivata la convalida del fermo, tramite custodia cautelare nel carcere della Dozza, nei confronti di Ferioli, indagato per omicidio volontario. In un primo momento avrebbe però ammesso la sua responsabilità, seppure tra frasi sconnesse e in stato di choc. Ora la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere.

LA VICENDA

Beluzzi è stato trovato senza vita nell’appartamento di via Carbonara verso le 14 dell’ultimo giorno dell’anno. Ad allertare gli operatori del 118 era stato proprio Ferioli, il quale aveva raccontato di avere trovato il coinquilino senza vita al rientro da un giro in bici. Entrambi stavano vivendo un momento difficile, entrambi erano seguiti dai servizi sociali del Comune di San Giovanni in Persiceto: Beluzzi disoccupato e in crisi psicologica da tempo; mentre Ferioli fino a pochi giorni prima dormiva in macchina dopo la separazione dalla compagna, fatto che si è sommato alla crisi economica dopo aver perso gli introiti della attività di veterinario, esercitata fino a pochi mesi fa prima a Cento (con lo studio di via Malagodi 31) e poi a San Giovanni. Ma cosa può essere successo tra i due in realtà? È quel che si cerca di chiarire con l’indagine portata avanti dai carabinieri e dal pm Flavio Lazzarini. Gli inquirenti sono convinti che ad uccidere sia stato Ferioli e si sta ricercando il movente. Anche se non c’erano stati in precedenza segnali di un rapporto burrascoso tra i due o quantomeno delle avvisaglie sulla possibilità che il progetto di housing sociale si potesse trasformare in tragedia.

L’AUTOPSIA

Potrà risultare decisivo l’esame autoptico sul cadavere della vittima, programmato per oggi. A insospettire gli inquirenti sarebbe un possibile buco di alcune ore, quello che va dalla morte del 54enne alla chiamata al 118 del suo coinquilino. Sarà l’autopsia, appunto, a dover fornire uno scenario chiaro, anche sulla dinamica del delitto, se le coltellate (almeno tre) siano state inferte dopo una colluttazione. Intanto l’arma del delitto non è stata ancora trovata.