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L’intervista

Ferrara, «l’Intelligenza Artificiale? È una rivoluzione ma va controllata»

Gioele Caccia
Ferrara, «l’Intelligenza Artificiale? È una rivoluzione ma va controllata»

Parla l’esperto ferrarese Sergio Bertolini

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Ferrara «Buongiorno I.A., puoi creare una presentazione del corso che ho programmato per domani? Mi servono 16 slide, ecco i dati». L’assistente digitale più veloce del mondo recupera i contenuti, li elabora, propone una grafica adeguata e suggerisce i riferimenti per le immagini. In quanto tempo? Pochi secondi, al massimo qualche minuto. Sergio Bertolini, 60 anni, ingegnere elettronico ferrarese specializzato in informatica, consulente aziendale oltre che fotografo professionista (ha seguito per un paio d’anni anche la superband musicale “Rockin’1000), usa l’Intelligenza Artificiale di ChatGpt per lavoro e insegna agli allievi e alle imprese come maneggiarla con cura e sapienza.

«La versione 4 di ChatGpt, uscita l’anno scorso, sta iniziando a mostrare i primi riflessi di quella che è stata definita la quarta rivoluzione industriale – commenta Bertolini – È un cambiamento già in corso e che procede a velocità straordinaria, richiederà una grande versatilità e disponibilità a mettersi in gioco confrontandosi con una tecnologia che sta entrando in ogni campo dell’attività umana, comprese quelle più creative. Se cancellerà migliaia o milioni di posti di lavoro? Fra gli esperti oggi si dice questo: «A portarti via il lavoro non sarà l’I.A. ma un tuo concorrente che saprà sfruttarla meglio di te». Insomma, da un paio d’anni anche chi non ha confidenza con i sistemi informatici ha iniziato a capire che l’approccio interattivo con questa tecnologia è diverso da quello che si stabilisce con un motore di ricerca. Bertolini ha iniziato curando le interfacce delle tecnologie predisposte per il traffico ferroviario, nel 2000 ha trasferito la sua attività professionale su internet (sistemi informatici per l’utilizzo del web), 13 anni dopo ha iniziato a sviluppare corsi di formazione per migliorare l’uso delle applicazioni informatiche in azienda. Conclusa questa fase, ha intravisto nell’I.A., con l’arrivo della 4ª versione di ChatGpt, «possibilità di sviluppo del mercato nelle più svariate direzioni mentre di fatto, fra il pubblico e nelle aziende, la sua conoscenza resta ancora superficiale».

Per perfezionarsi si è iscritto ad un corso avanzato gestito dal M.I.T. di Boston. «Ovviamente l’interesse da parte delle imprese sta crescendo molto rapidamente – racconta – e l’utente comune ha solo iniziato, per ora, ad intuire le opportunità offerte da questo strumento. Finora l’I.A. è rimasta di fatto nascosta, anche in prodotti molto noti, come “Siri”, “Alexa”, nei sistemi di assistenza alla guida delle auto, nei laboratori. Il suo uso è già molto diffuso, ChatGpt 4 però consente un livello di interattività mai visto prima. I motori di ricerca forniscono molte risposte a un quesito. Con ChatGpt puoi interloquire, anche a voce, e approfondire un singolo aspetto, un concetto, un’informazione trasformando questa ricerca in un dialogo. Rispetto ai motori di ricerca la differenza è netta: con 570 Gb di dati testuali (ed è la versione 3.5) e una banca dati equivalente a 28 Wikipedia nella versione inglese, la capacità di risposta cresce a livello esponenziale – prosegue Bertolini – Puoi chiedere addirittura di “personificare” l’esito della ricerca, ad esempio – in base alle informazioni presenti sul web, libri, interviste etc. – simulando il pensiero di un personaggio anche storico. Una versatilità sconosciuta fino ad ora». Rispetto ad altri sistemi simili, come Google Bard, ChatGpt 4 «è più avanti». Oltre a corsi e seminari formativi, Bertolini ha rapporti con le imprese che oggi chiedono «di conoscere potenzialità e benefici di questa tecnologia, individuare gli ambiti applicativi e avere a disposizione un piano di massima per il suo utilizzo, per prevedere l’impatto sull’organizzazione, sul marketing, sulla produzione, sulle risorse umane».

Tra gli ambiti applicativi ci sono le traduzioni «accurate e contestualizzate, ai livelli dei migliori professionisti», le ricerche sono «più dettagliate e puntuali dei più diffusi motori che operano sul web»; i programmi di I.A. eseguono sintesi, scrivono testi elaborando le informazioni fornite dall’utilizzatore, interpretano dati, ricavano grafici in grado di rispondere a un numero enorme di quesiti. L’I.A. può assistere anche i musicisti «nell’estrazione di dati da impiegare per l’esecuzione di brani musicali, ad esempio una cover. Stiamo parlando di potenzialità veramente sconfinate».

I problemi? «Sulla tutela del copyright si sta già muovendo qualcosa – conclude l’esperto – E poi ChatGpt non è infallibile, ha le sue “allucinazioni” e fatica ancora a “capire” che può sbagliare. Resta un assistente, pur avanzatissimo, ma sempre un assistente: il controllo umano sul prodotto finale non può essere omesso. L’impatto sociale? Non possiamo ignorare che i lavori più routinari rischiano di essere affidati all’I.A. È una prospettiva da tenere sotto controllo». l



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