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Ferrara, in 10mila a letto con l’influenza: «Virus più liberi se non ti vaccini»

Ferrara, in 10mila a letto con l’influenza: «Virus più liberi se non ti vaccini»

L’infettivologo Contini: «Dopo il Covid meno disponibilità a immunizzarsi»

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Ferrara «Che botta! La febbre a 39 e questa tosse che non va più via». Il ritornello dell’influenzato, a Ferrara come in Emilia Romagna e in Italia, da metà ottobre non è cambiato. L’infezione stagionale ha messo a letto decine di migliaia di ferraresi da quando i primi virus hanno iniziato a far breccia nei sistemi immunitari dei pazienti. E poi ha proseguito con raffreddori, anche ripetuti, tosse insistente e prolungata, anche polmoniti che richiedono il ricovero in ospedale, soprattutto se tra i virus considerati si allarga il campo alle varianti del Covid, che sono ancora attive «anche se non pericolose come è avvenuto in particolare durante la prima ondata della pandemia», spiega il professor Carlo Contini, direttore del reparto universitario di Malattie infettive del Sant’Anna. Anche lui non è sfuggito all’attacco dei virus e ha dovuto fare i conti con il decorso tipico che si può protrarre, con i sintomi resistenti, anche per settimane. «È vero – risponde il docente - molti si chiedono se l’influenza di quest’anno sia più aggressiva di quella degli anni scorsi. Ma non è così. Il vero problema, di cui si parla troppo poco, è che dopo gli anni in cui sono state in vigore le restrizioni legate al Covid, si è diffusa una sorta di "stanchezza vaccinale" che ha allontanato dalla prevenzione anche fasce di pazienti che necessitano di una protezione rinforzata, i fragili ad esempio. In alcune circostanze, inoltre, è utile indossare le mascherine». In effetti quest’anno le vaccinazioni per l’influenza stagionale sono partite un po’ a rilento, con un’adesione più timida da parte dell’utenza, e quella contro il Covid, che si può abbinare all’altra, ha dato segni evidenti di risveglio solo in occasione dei due Open day di dicembre, organizzati dall’Asl, ai quali, senza prenotazione, hanno aderito 7-800 persone, in buona parte anziani e un certo numero di fragili. «L’influenza stagionale sta raggiungendo il picco ma probabilmente servirà ancora un po’ di tempo», osserva Contini.

Consultando i dati raccolti dai medici sentinella in regione ed elaborati dall’Istituto superiore di Sanità che aggiorna continuamente il rapporto sull’epidemia, si nota che l’Emilia Romagna compare, insieme a Campania, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, fra le regioni in cui l’incidenza dell’infezione è attualmente al massimo, con oltre 20 casi ogni mille abitanti. Si possono quindi calcolare a spanne circa 7mila pazienti in provincia con sindromi influenzali o simil-influenzali. Ma se teniamo conto che si tratta solo della fascia stimata emersa, perché l’ammalato ha contattato il medico di base o una struttura sanitaria, ipotizzando anche una quota importante di casi che restano confinati tra le mura di casa, «quel valore può salire - aggiunge Contini - Si può supporre senza andare troppo lontani dal dato reale che le persone influenzate possano essere attualmente anche 10 o 12mila». In Italia nella penultima settimana del 2023 sono stati stimati 1 milione di casi di influenza e altre infezioni simili e quasi 6 milioni dall’inizio dell’osservazione, in ottobre. I numeri possono traballare, ma il dato di partenza, che consente la stima dell’incidenza, è oggettivo, ricavato grazie all’attività dei medici sentinella, che operano anche in provincia di Ferrara (in Emilia Romagna al momento in servizio sono un centinaio) per segnalare quali virus respiratori sono in circolazione in un determinato periodo e quali sono i più diffusi. I grafici compilati con i dati raccolti fino ad oggi indicano che l’infezione stagionale 2023-2024 in Italia è stata precoce rispetto alle epidemie dei 14 anni precedenti , a partire dalla stagione 2009-2010; è cresciuta ad un ritmo più blando rispetto ai contagi registrati nel 2009-2010 e nel 2021-2022 ma a partire da metà dicembre ha superato, in incidenza per mille abitanti, tutte le altre curve. E veniamo al Covid. Nelle ultime settimane dell’anno scorso le varianti in circolazione del virus hanno rallentato la corsa e attualmente il numero dei casi (si parla di quelli realmente segnalati alla Regione, che sono solo una parte di quelli effettivi) risulta visibilmente in calo. Non si sono registrati decessi nella giornata di ieri ma un ingresso in più in Terapia intensiva di pazienti col Covid (ora sono 5 in provincia).