Le banche “scappano” dal Ferrarese, e cala il sostegno creditizio
L’analisi della Cgil Fisac. Dal 2015 al 2022 persi 85 sportelli e cala il sostegno a imprese e privati. “Dinamiche gravi in un territorio economicamente fragile, deve essere un tema prioritario per la politica”
Ferrara La provincia di Ferrara dal 2015 al 2022 ha perso 85 sportelli bancari passando da 214 a 129 con un calo del 39,7 per cento. È quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi e ricerche della Fisac Cgil su dati forniti da Prometeia e Banca d’Italia.
La situazione ferrarese riflette le dinamiche regionali e nazionali che evidenziano il problema della progressiva desertificazione bancaria che ha impatti negativi non solo sui servizi ai cittadini (il numero di sportelli per 100mila abitanti si è ridotto da 60 a 38, più dei 36 a livello italiano ma ben lontani dai 49 della regione), ma anche sull’occupazione. Il numeri dei dipendenti, nello stesso periodo, è infatti passato da 1.669 a 905 con una perdita di 794 posti pari a -45,8 per cento.
Le riflessioni
“È un tema politico per il nostro territorio – evidenzia la Cgil _ che, come noto, ha subito anche la scomparsa delle sue due casse di risparmio locali (Ferrara e Cento) con le conseguenze difficili se non drammatiche (cfr. Carife) per i risparmiatori, per le imprese e per i lavoratori e le lavoratrici del settore. Non va ignorato l’articolo 47 della Costituzione che prevede una disciplina, un coordinamento e un controllo delle politiche creditizie: è evidente il bisogno di istituzioni centrali e locali che richiamino le banche alla coerenza affinché si facciano carico, in quanto sistema, anche del tema dell’abbandono dei territori da parte degli istituti di credito. Questo assume maggiore rilevanza alla luce degli utili record che le banche stanno facendo nel
nostro paese. L’anno appena passato ha portato nei primi nove mesi circa 15,7 miliardi di utili ai primi cinque gruppi bancari e preannuncia oltre 43 miliardi di utili complessivi per l’intero settore a fine 2023 (una cifra enorme, ben superiore alla manovra finanziaria dello Stato italiano!). Tuttavia il panorama non è certamente roseo per imprese e cittadini che hanno bisogno del credito, soprattutto in determinate aree del Paese.
Il nostro territorio
Ferrara purtroppo non fa eccezione a queste dinamiche nazionali, anzi negli ultimi anni le ha subite più di altri. Nell’ultimo anno le chiusure di filiali sembrano essere rallentate rispetto ai tagli pesanti iniziati nel 2016, ma appare sempre più evidente come il nostro territorio continui a declinare in termini di sostegno creditizio a imprese e privati, malgrado una capacità di risparmio mai venuta meno”.
Riguardo ai dati, Fisac Cgil sottolinea che “in primis rimarchiamo che la dinamica della riduzione sportelli a Ferrara risulta più marcata che nel resto della Regione e del Paese. Il calo più marcato si è registrato tra il 2016 e 2017 (40 sportelli, circa il 24% della riduzione totale della regione), probabilmente riconducibile alla crisi della Carife. Medesima considerazione dal lato dei dipendenti bancari: la provincia ferrarese accusa un sostanziale e drammatico dimezzamento della forza lavoro bancaria, dinamica registrata più pesantemente tra il 2016 e il 2017 (416 addetti). Di fatto la nostra provincia concorre alla riduzione complessiva regionale per quasi il 42%!
Nel periodo esaminato la contrazione dei prestiti bancari erogati ai residenti nella provincia di Ferrara 19,7%) è stata inferiore alla riduzione rilevata a livello regionale 22,8%) ma nettamente superiore a quanto osservato in Italia 9%). Dal 2011 sono venuti meno quasi 1,5 miliardi di impieghi a residenti. A parità di valore aggiunto prodotto i prestiti bancari erogati ai residenti nella provincia di Ferrara sono sensibilmente inferiori a quelli erogati in Emilia Romagna e in Italia e sono andati progressivamente riducendosi nel periodo 2011 giugno 2023. La dinamica dei depositi bancari e postali è stata espansiva per tutto il periodo osservato nella provincia di Ferrara (+ 36,6%). Il ferrarese si conferma risparmiatore anche nei tempi difficili (crack Carife, terremoto, pandemia). Tuttavia il tasso di crescita è stato inferiore sia al tasso medio rilevato a livello regionale (+ 61,6%) sia al tasso di crescita contabilizzato in Italia (+ 57,3%).
Nel periodo in esame il rapporto prestiti erogati/depositi bancari e postali nella provincia di Ferrara risulta sempre inferiore a quelli registrati in Italia e in Emilia Romagna a conferma di un minor stock di prestiti nel contesto provinciale in relazione alla raccolta locale diretta bancaria e postale. In linea con i trend nazionale e regionale il rapporto è andato progressivamente riducendosi nel periodo 2011-giu 2023. Il paradosso è ancora più doloroso in una provincia economicamente fragile come la nostra: i risparmi dei ferraresi spesso finanziano attività non presenti sul territorio… A Ferrara si raccoglie denaro che si presta altrove. Peraltro la contrazione dei prestiti erogati ai residenti nella provincia di Ferrara è stata inferiore alla riduzione rilevata a livello regionale ma nettamente superiore a quanto osservato in Italia. La crescita dei prestiti bancari alle famiglie consumatrici (prevalentemente mutui) nella provincia estense registra nel periodo una dinamica molto più contenuta, sia rispetto all'andamento regionale, sia all’andamento nazionale.
Parimenti sottolineiamo il dato allarmante relativo circa la contrazione dei prestiti alle imprese che è stata più elevata rispetto a quella registrata in Emilia Romagna ed alla riduzione sperimentata a livello nazionale. Come già osservato la dinamica dei deposi ti bancari e postali è stata espansiva per tutto il periodo osservato nella provincia di Ferrara. Tuttavia il tasso di crescita è stato sensibilmente inferiore (e nel 2023 si è arrestato), sia al tasso medio rilevato a livello regionale, sia al tasso di crescita
Nazionale.
In sintesi il tema del credito e della desertificazione bancaria devono diventare degli argomenti prioritari per la prossima agenda politica del nostro territorio.
Non siamo i soli a denunciarlo e invitiamo in tal senso anche a un’attenta lettura dei dati e dei report che fornisce la Camera di Commercio sulla nostra provincia: il rapporto tra credito e imprese ferraresi, dopo aver raggiunto il punto di maggior criticità nel 2013, aveva nel tempo mostrato una situazione in progressivo miglioramento con una lenta tendenza positiva. Tendenza che tuttavia si è interrotta nel primo semestre del 2023.
Se si vogliono invertire le attuali dinamiche di declino economico del nostro territorio, le tematiche relative al costo del credito, all’accesso al credito, ai tempi di risposta delle banche alle richieste di finanziamento nella nostra provincia devono essere affrontate a tutti i livelli istituzionali. Siamo molto rammaricati del fatto che in questi anni si sia persa l’occasione di far veramente partire il Tavolo del Credito, tavolo che dal 2018 è sostanzialmente rimasto fermo, malgrado i contributi concreti che anche il sindacato aveva presentato. Ci auguriamo che nei prossimi programmi elettorali queste tematiche diventino centrali se non prioritarie.
Noi ci siamo.
Banalmente ricordiamo l’ovvio: senza credito, non c’è né sviluppo, né lavoro”.