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Ferrara, giovani in fuga dall’Italia: «Qui poche opportunità»

Ferrara, giovani in fuga dall’Italia: «Qui poche opportunità»

Maghini, ferrarese trapiantato in Svezia: «Università gratis e occasioni di crescita»

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Sono sempre di più i giovani che scelgono di lasciare l’Italia in favore di un altro Paese. Da anni ormai molti neodiplomati e neolaureati partono alla ricerca di opportunità lavorative e salari migliori. La cosiddetta “fuga dei cervelli” non si è arrestata, anzi, continua a pieno ritmo. E non solo un dato statistico, è un dato di fatto composto da esperienze di vita, pareri e storie. Davide Maghini è ferrarese ma da anni vive in Svezia.

Lo studente «Qui – racconta - l’università è gratis, anche per chi viene da un altro Paese, l’unica spesa è l’affitto e questo aiuta molto gli studenti che magari vengono da lontano e devono trovarsi una casa. Ci sono più strumenti a disposizione dell’università, macchinari, laboratori e molte altre cose che qui in Italia non abbiamo”. E continua: “All’estero c’è una concezione diversa dell’università, in Italia sei “solo” uno studente mentre in Svezia sei un dipendente dell’università; viene data una preparazione più pratica invece che teorica, anche per approcciarsi al mondo del lavoro. Si ha la possibilità di confrontarsi con grandi aziende e progetti importanti, è un’occasione. Lo scoglio più grande? Per molti la lingua. Padroneggiare l’inglese non è ancora così scontato».

Il politico Per Paolo Forti, ferrarese ed ex sindaco di Stienta (comune situato in provincia di Rovigo che ha amministrato per ben quattordici anni), dice: «I giovani vanno all’estero per due motivi principali. Il primo è lo stipendio, infatti non è un mistero che qui in Italia abbiamo le finanze più basse d’Europa perché sono rimaste ancorate ad un potere d’acquisto pari a quello di vent’anni fa, ma questo sarebbe superabile se non subentrasse il secondo motivo: le opportunità». E prosegue: «Qui in Italia non si può più far fruttare la propria competenza, non esistono più aziende in grado di sfruttare a pieno le capacità dei giovani, l’innovazione è rimasta allo stesso livello del potere d’acquisto. All’estero invece ci sono università e poli d’eccellenza dove i giovani hanno molte più possibilità di specializzazione e di trovare lavoro, le università e le aziende sono più propense a finanziare le idee così come il sistema bancario, che qui in Italia finanzia solo e unicamente società già avviate che hanno le capacità di poter garantire un ritorno quasi assicurato».

Il dato Secondo la 18ª edizione del “Rapporto Italiani nel mondo” diffusa a novembre ’23 dalla Fondazione Migrantes, la presenza degli italiani all’estero è cresciuta dal 2006 a oggi del +91%. Le italiane all’estero sono praticamente raddoppiate (99,3%), i minori sono cresciuti del +78,3% e gli over 65 anni del +109,8%. Intanto l’Italia continua a perdere residenti.l

Tommaso Bacchiega
Virginia Bianchi

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