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Outlet di Occhiobello, in scena nuovi investitori

Outlet di Occhiobello, in scena nuovi investitori

Acquistati i terreni, a breve all’asta anche l’immobile

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Ferrara Per anni è stato l’incubo dei commercianti ferraresi, spaventati dall’insediamento di un outlet a pochi chilometri dal capoluogo emiliano. Bastava oltrepassare il ponte sul Po e in pochi minuti, semafori compresi, si poteva raggiungere il parcheggio ed entrare in una galleria con decine di negozi pronti a far concorrenza agli esercenti estensi. Per chi aveva progettato e finanziato l’operazione era un sogno che non si è realizzato.

Oggi l’immobile è deserto e, nell’ambito delle procedure fallimentari, si stanno espletando le aste aperte a eventuali acquirenti. Qualcosa, però, in un quadro rimasto negativo per anni, si sta muovendo. Alcuni mesi fa, alla fine dell’anno scorso, una società italiana ha acquistato il lotto di terreno intestato alla Costruzioni Generali. «E probabilmente a febbraio – aggiunge la sindaca di Occhiobello, Sondra Coizzi – andrà all’asta anche l’immobile della Occhiobello Village. Anche in questo caso speriamo che l’operazione possa avere esito positivo per aprire una prospettiva che vada a beneficio dei cittadini». La sindaca del comune d’oltre Po spiega di non avere avuto contatti con i nuovi proprietari. «E non posso conoscere quindi neanche i loro progetti», ribadisce la prima cittadina.

Il progetto non è mai decollato, l’apertura ha portato all’interno della struttura una manciata di negozi mentre gli investitori si aspettavano l’apertura di una settantina di attività. Tre anni e mezzo fa la partita si è chiusa e solo da qualche mese l’impressione è che qualcosa stia cambiando.

«Non è che non ci sia mai stato interesse per insediare attività in quell’area – aggiunge Sondra Coizzi – Sono circolate ipotesi sulla possibilità di creare una cittadella sanitaria, un polo logistico, anche un centro di controllo per la produzione di energie da fonti rinnovabili. Ma è chiaro che dovremo aspettare ancora un po’ per sapere se ci sono investitori che hanno un progetto perseguibile e quale eventualmente possa essere». Negli anni, tra contenziosi legali, crisi economiche, i tempi richiesti per gli appalti e nuove modalità di shopping lo spazio per nuove iniziative commerciali si è ridotto sensibilmente. L’esplosione degli acquisti on line, con la nascita dei colossi delle vendite su internet, sta tagliando le gambe al commercio tradizionale. Il fallimento ha aperto un buco da decine di milioni ormai non più colmabile e lo stesso Comune, che avanza oltre un milione di euro per i lavori eseguiti (rotatoria, opere di urbanizzazione) sa che al meglio potrà rientrare in possesso solo di una piccola quota dei costi sostenuti.

Resta per ora aperta la prospettiva di non vedere deperire nel tempo un investimento privato che potrebbe essere “riconvertito” in servizi utili per i cittadini, conclude la sindaca di Occhiobello. 

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