Pass disabili, un coro per cancellare le lungaggini nel Ferrarese
Dopo il caso pass rinnovi-lumaca delle patenti. «Prendiamo nuovi medici»
Ferrara La grana delle attese infinite per i disabili che devono ottenere o rinnovare i pass temporanei, e anche effettuare le visite per la patente, sta facendo emergere una carenza più generale della sanità ferrarese, relativa ai medici legali. Il Comitato area disabili non a caso sta chiedendo un intervento urgente «almeno per assunzioni temporanee», e la stessa Asl promette di «porre rimedio alla situazione». E sale di tono anche la rivendicazione per una disciplina unica almeno a livello regionale per i pass, in grado di evitare la pioggia di multe che cade sui disabili nelle ztl “in trasferta”.
Mai più Dopo il caso sollevato a Comacchio dalla Nuova, e la conferma da parte del mondo della disabilità del problema tempistiche (sei mesi per ottenere la visita di ottenimento pass a persone che ne hanno un bisogno vitale), il Comitato area disabili rincara la dose. «Non solo ci sono tempi inaccettabili per i pass, a chi deve ottenere il rinnovo della patente va anche peggio - testimonia Fausco Bertoncelli, segretario del Comitato - Ricordo di aver affrontato la pratica di un disabile che, nell’autunno scorso, ha ottenuto l’appuntamento... per settembre-ottobre di quest’anno, dodici mesi. Non sono attese compatibili con le esigenze di queste persone, per cui abbiamo sollecitato l’Asl a intervenire e metteremo per iscritto le nostre richieste nei prossimi giorni. Servono almeno altri due medici legali, anche con contratti diversi dal tempo indeterminato se ci sono problemi insormontabili».
Via Cassoli, a dir la verità, si dimostra consapevole del problema. «La scarsità di medici legali per le commissioni, relative ai pass disabili così come alle patenti, non dipende dalla volontà dell’azienda - si legge in una nota diffusa ieri - che al contrario sta cercando di porre rimedio alla situazione, per la quale si scusa. Sono infatti al vaglio soluzioni imminenti che potranno ripristinare un numero adeguato di medici legali Asl, necessari per le esigenze territoriali». La procedura di concessione va sveltita, conviene l’Azienda sanitaria, che «si sta attivando presso gli enti locali e le altre istituzioni coinvolte per valutare ogni modalità al fine di facilitare gli iter relativi a permessi temporanei da rilasciare nel momento in cui i tempi delle visite superino la scadenze dei documenti». Il problema dei pass, ricorda peraltro l’azienda, riguarda i permessi temporanei, non quelli per i quali la disabilità è stata riconosciuta in maniera definitiva, «che sono la maggioranza», per le quali è sufficiente l’intervento del medico di famiglia.
Stop multe I pass disabili sono validi per legge in assoluto, indipendentemente da dove sono stati emessi, ma questa universalità non è nei fatti riconosciuta, in assenza di un’anagrafe nazionale ed europea. «Nemmeno in regione, nonostante l’Emilia Romagna si dichiari sempre vicina alle problematiche della disabilità, non è mai andata in porto la richiesta di pass unico, che risale al 2019 - ricorda Paolo Vezzani, attivista di diritti dei disabili ed ex consigliere comunale - La conseguenza è che non ricordo nemmeno più quante multe ho dovuto far annullare dal Prefetto di Bologna, città nella quale vado periodicamente, e in altri centri. In Veneto, invece, il pass funziona a livello regionale e questo va annotato». La possibilità di evitare le multe in realtà ci sarebbe, con una segnalazione nelle 24 ore precedenti la visita al comando di Polizia locale competente, ma «si tratta di una procedura macchinosa, che non può essere seguita sempre - riconosce Vezzani - Basterebbe mettere in rete le banche dati dei singoli Comuni, non si tratta di un’azione particolarmente impegnativa o dispendiosa».
A livello nazionale la situazione appare ancor più paradossale. Risale al 2021 l’annuncio degli allora ministri Giovannini e Stefani sull’avvio della procedura per la piattaforma unica nazionale sulla quale registrare e nel caso modificare il proprio Contrassegno unificato disabili europeo, il Cude appunto. Il sistema informatico avrebbe dovuto essere pronto nel giro di tre mesi, a tre anni di distanza ancora non risulta utilizzabile da parte degli utenti.
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