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L’inchiesta

Stagista arrestato all’asilo, i carabinieri scambiati per rapinatori

Annarita Bova
Stagista arrestato all’asilo, i carabinieri scambiati per rapinatori

Il ragazzo di 21 anni aiutava in un laboratorio. Le maestre: «Era con noi in aula»

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Unione Valli e Delizie Sarà una settimana molto intensa quella appena iniziata per i genitori, le insegnanti e il personale dell’asilo dove un 21enne, che ora è in stato di arresto per reati a sfondo sessuale, faceva il tirocinio.

I genitori hanno chiesto alle insegnanti di spiegare ogni passaggio di quanto successo, dall’arrivo dei carabinieri per l’arresto. E loro non si sono tirate indietro. «Stavamo facendo un laboratorio e il ragazzo era con noi. Mentre i bambini erano impegnati, abbiamo visto dalla finestra tre uomini in borghese che hanno iniziato a scuotere il cancello, prima quello grande poi anche quello piccolo. Si muovevano velocemente, con insistenza tanto che abbiamo pensato potessero essere rapinatori, terroristi. Abbiamo quindi avuto paura». Una delle maestre è uscita dall’aula e ha visto che hanno mostrato il distintivo a una collega». Intanto, il giovane era fermo in aula. «I carabinieri sono entrati, lui ha sentito, si è alzato ed è andato verso la porta. A quel punto lo hanno bloccato. Una di noi ha avuto la prontezza di chiudere e nessun bambino ha visto niente. Lo hanno portato via, aveva la faccia bianca e piena di paura. È salito in macchina con loro, un’auto normale».

In questi giorni gli inquirenti potrebbero iniziare a dire qualcosa ai responsabili della scuola, come anche ai genitori che ormai da dieci giorni aspettano solo di capire. «Siamo certi, anzi certissimi, che le insegnanti non si siano accorte di nulla, non abbiano visto nulla e soprattutto non abbiano mai avuto alcun sentore», spiegano dall’istituto. «Ci teniamo che verso di noi si mantenga la calma e la serenità per affrontare la cosa e mandare i bambini a scuola così come avete sempre fatto. Sarebbe un grosso errore nei confronti delle maestre e di chi guida l’istituto mettere in dubbio la professionalità dimostrata negli anni».

Paure «Non abbiamo mai sospettato nulla, è così – ribadiscono le tate -. Possiamo dire di aver avuto ogni istante il ragazzo sotto gli occhi? Saremmo bugiarde a dire di sì. Ma ad onor del vero lui ha vissuto sempre con noi e non abbiamo mai avuto dubbi. Come insegnanti ci confrontiamo ogni giorno, parliamo di tutto. Se è successo qualcosa qui, ci sentiamo profondamente colpiti». E, ancora. «Noi delle telecamere a scuola non sappiamo nulla, se sono venute a metterle non ce lo hanno certo detto – vanno avanti dall’asilo -. Possiamo però dire che tutte le volte che siamo venuti nelle aule o dentro la scuola, ma anche quando abbiamo portato i bambini in gita, il ragazzo non era mai da solo. Stiamo cercando di arrivare in fondo».

Le indagini, come spiegato, sono partite qualche tempo fa e la segnalazione (perché da qualche parte le forze dell’ordine sono partite) è partita come da un solo genitore, da lì la decisione di installare le telecamere. Quello che è successo è già scritto. Gli inquirenti hanno visto e ascoltato. E dunque agito. l