“Bravi ragazzi”, ce n’erano altri alla cena a Ferrara
Si indaga su altri partecipanti alla festa in maschera con cori e materiali fascisti. In quattro si sarebbero allontanati all’arrivo della Polizia per non farsi identificare
Ferrara Non è finita. L’indagine sui “bravi ragazzi” sta andando un pochino più in profondità perché, dopo i primissimi accertamenti, è emerso che i partecipanti alla “cena della vergogna” in un ristornate di via Carlo Mayr ci fossero più persone di quelle identificate. Da quanto emerge, sembra infatti che vi fosse circa una trentina di giovani, qualcuno in più dunque dei 24 finora identificati (20 ragazzi e 4 ragazze), due dei quali almeno sembra siano svicolati all’arrivo delle forze dell’ordine, andati via per non farsi identificare, probabilmente avendo annusato profumo di guai in vista. Oltre a loro si sospetta che ci fossero anche altri quattro/cinque giovani, forse anche loro scappati approfittando della confusione.
La Polizia era intervenuta il 22 dicembre nel locale su chiamata di una donna, che asseriva di essere stata minacciata da altri clienti. Una volta sul posto, gli agenti hanno notato una situazione un po’ caotica e si sono diretti in un angolo del ristorante dove sembravano esserci gli animi più accesi. Poi hanno chiesto rinforzi, arrivati sia con un’altra pattuglia delle Volanti che con i carabinieri, la cui pattuglia era vicina alla zona. Man mano che sentivano le persone - e i partecipanti alla cena, molti piuttosto ubriachi -, gli agenti hanno avuto un po’ più chiaro il quadro della situazione: una festa di compleanno in maschera (tema guardie e detenuti), con diffusione di un volantino stampato ad hoc con contenuti ritenuti inneggianti al fascismo e al nazismo, così alcuni cori, a poi altri canti offensivi verso Filippo Raciti, i morti di Nassiria, Yara Gambirasio, Anna Frank. Una cosa organizzata con il proposito di dare fastidio. Al punto che anche in presenza dei poliziotti non si sarebbero fermati e avrebbero intonato canti fascisti e addirittura fatto il saluto romano. La settimana scorsa, su mandato della pm Ciro Albeto Savino, 80 agenti hanno effettuato delle perquisizioni a casa di 24 giovani - la maggior parte dei quali legati al mondo dello sport (rugby e pallamano) e della palestra ferrarese, con lo scopo di capire se vi siano collegamenti con gruppi organizzati fascisti, o se si sia trattato solo di una festa sgradevole, sicuramente vergognosa, ma senza sconfinare nel penale. A casa di un soggetto sono stati ritrovati e sequestrati effettivamente dei cimeli fascisti: santini e calendari di Mussolini, bastoni e manganelli con scritte fasciste, una pistola giocattolo ma privata del tappo rosso. Per i controlli sono stati prelevati quattro telefonini e un computer - quelli dove a un primo esame superficiale gli agenti hanno notato la presenza di materiale di potenziale interesse investigativo - affidati al consulente informatico della procura per l’estrazione e l’analisi di dati e, soprattutto, delle chat. In attesa dei risultati, la Digos della questura estense in questi ultimi giorni non è rimasta con le mani in mano ma ha proseguito con le attività investigative per cercare di chiudere il cerchio relativo ai partecipanti alla cena, prima dell’avvio del grosso degli interrogatori in programma per questa settimana, uno già effettuato ieri.