Prostituzione nei centri massaggi a Ferrara: rinvii a giudizio e patteggiamento
Un anno e quattro mesi per uno dei gestori, due donne vanno a processo
Ferrara Un patteggiamento e due rinvii a giudizio. Da una parte dunque si chiude e dall’altra le imputate si difenderanno nel processo dalle accuse di aver sfruttato, dal gennaio 2021 fino a marzo 2022, le prestazioni sessuali offerte da alcune ragazze in due dei tre centri massaggi di Ferrara chiusi con un blitz della Squadra mobile.
Ieri a patteggiare è stato l’unico uomo imputato, un uomo cinese di 52 anni, assistito dall’avvocato Giovanni Montalto: la pena concordata con la procura è che ha ricevuto l’ok del giudice dell’udienza preliminare è di 1 anno e 4 mesi di reclusione. Lo stesso giudice ha invece deciso il rinvio a giudizio delle altre due imputate (per un quarto ci fu uno stralcio perché divenuto irreperibile), chiamate a rispondere delle attività svolte in due centri massaggi differenti. Il 10 luglio prossimo dovranno comparire davanti al giudice ordinario. «La mia assistita non sfruttava nessuno, non c’è nessuno che testimoni questo - ha detto ieri, a margine dell’udienza, l’avvocato Gianni Ricciuti, che assiste una delle due imputate -. Chi ha sfruttato ha patteggiato, lei invece veniva sfruttata ed è in realtà parte offesa».
L’altra imputata è assistita dall’avvocato Guido Guida: è già nota alle cronache cittadine e al tribunale per essere stata coinvolta in alcune truffe compiute con Cristiano Perini: secondo l’accusa avrebbe gestito di fatto il “Centro Tuina Rosa” di Contrada della Rosa, dove avrebbe sfruttato la prostituzione delle dipendenti che avrebbero offerto dei servizi extra ai clienti, consistiti in prestazioni sessuali. La donna avrebbe trattenuto per sé il 40% del totale corrisposto dai clienti. L’altro centro massaggi finito nel mirino degli inquirenti è il “Tuina” di corso Piave, che sarebbe stato gestito da una coppia, ovvero da l’uomo che ieri ha patteggiato e dalla sua compagna (ma la cosa è contestata dalla difesa) che secondo la procura avrebbe gestito di fatto il centro, mentre la difesa, come anticipato, la ritiene più una vittima che una sfruttatrice. Per l’accusa si sarebbe occupata dell’organizzazione e della riscossione dei pagamenti per le prestazioni, anche di tipo sessuale, offerte dalle dipendenti ai clienti, anche qui con la corresponsione di un extra. Il quarto imputato, che però come detto è irreperibile, è un uomo di 45 anni, considerato dagli inquirenti il vero gestore del centro “Massaggi di Rosa” in via Bonetti. A lui sarebbero andati i pagamenti delle prestazioni, sia regolari che sessuali, offerte dalle dipendenti del centro (è assistito dall’avvocata Pierpaola Cavallari).