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Ferrara Buskers Festival, trasloco e biglietto non convincono

Francesco Gazzuola
Ferrara Buskers Festival, trasloco e biglietto non convincono

Prime impressioni: “Viene meno l’anima della manifestazione, non andremo”

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Ferrara Buskers sì e in una delle strade più belle d’Europa, ma il Festival sarà contingentato. «Si chiude un’epoca e inizia una nuova fase del nostro Festival» ha detto il fondatore Stefano Bottoni: un evento in cui si paga il ticket d’ingresso (da 8 a 11 euro più prevendita e commissioni che portano il prezzo a 13 euro), una rassegna degli artisti di strada concentrata in via Ercole I d’Este per una «ricerca artistica e culturale sempre più elevata», le parole di Roberta Bottoni, presidente dell’associazione del Ferrara Buskers Festival e direttore artistico dell’evento. Quando si volta pagina e si scrive un nuovo capitolo, il rischio è di lasciare indietro qualcosa, magari un elemento che ha reso grande quella storia. Passeggiare tra le vie del centro storico nell’arsura degli ultimi giorni di agosto, voltare l’angolo ed essere stupiti da esibizioni sempre nuove che lasciano a bocca aperta. Intorno all’artista iniziano a radunarsi decine, centinaia di persone e la strada diventa un palcoscenico a cielo aperto.

Sarà ancora così, ma il Festival rischia seriamente di perdere la sua anima di genuino stupore per cui era tanto apprezzato. Un sentimento diffuso tra molti cittadini ferraresi, i quali pensano che trasferire tutta la manifestazione in corso Ercole I d’Este sia un «limite», così come sostengono Elena Rossini e Giovanni Lucci. «Il Festival distribuito tra le tante strade del centro storico coinvolgeva tutta la cittadinanza - spiegano Elena e Giovanni - ed era piacevole uscire per godere di un evento fruibile a tutti». Dal 21 al 25 agosto l’ingresso sarà a pagamento e proprio l’introduzione del ticket potrebbe frenare l’adesione al Festival che va avanti dal 1988. La vera domanda è: tornerai a vedere i buskers? «Non ci andremo - rispondono Elena e Giovanni -, ma sicuramente sarà frequentato da chi è interessato, magari richiamerà l’attenzione delle persone fuori città». «Un peccato aver spostato tutti gli artisti - dice Giovanni Grappa - perché la disposizione degli anni scorso permetteva alle persone di gustarsi la città. In questo modo la gente non arriva». Il biglietto e il trasloco del Festival non sono osteggiati da tutti e Sara Busi si dice «d’accordo perché adesso se vuoi godere delle iniziative cittadine qualcosa lo paghi per forza. Le cose nascono in una maniera e poi possono essere trasformate, aggiornate per seguire il passo dei tempi». Cambia la modalità del Buskers Festival e cambierà anche il pubblico. Se in passato una persona curiosa poteva girare per il centro senza problemi per conoscere nuovi artisti, quest’anno, se non comprerà il biglietto, sarà bloccato alle transenne: il coinvolgimento emotivo generato dall’arte si paga di questi tempi. Con il trasferimento dell’evento in corso Ercole I d’Este verrà meno l’indotto economico che il Festival portava ai commercianti del centro. Non sarà una perdita clamorosa e i negozi interessati, bar e ristoranti, chiuderanno senza problemi il bilancio, ma non bisogna nascondere che manifestazioni come il Buskers Festival rappresentano «una bella spinta per le attività e portano le persone a uscire in centro e i turisti a visitare la città» afferma Diana di Cioccolato Rizzati in piazza Trento Trieste. Chi è nel pieno cuore pulsante della città magari può giovarne, ma gli esercizi commerciali anche solo a pochi metri dal Duomo non sono dello stesso parere. «A noi non cambia niente - dice Barbara del bar Alkimia all’incrocio tra via Carlo Mayr e corso Porta Reno - e il Festival non ha mai portato nulla. Quando c’è un’iniziativa la gente va solo in pieno centro e non qua, anche se siamo vicini. Sul Festival, difficilmente la gente spende per queste cose».