Ferrara torna sulla Rai con il ghetto
Su Rai 3 viene approfondita la storia che ha legato la città alla comunità ebraica
Ferrara Ferrara e la storia del suo ghetto saranno al centro della nuova puntata di “Passato e Presente”, condotto dal giornalista Paolo Mieli, che andrà in onda mercoledì 20 marzo su Rai3 alle ore 13:15 e in replica su Rai Storia la sera alle ore 20:30.
Il programma di approfondimento storico quotidiano prodotto da Rai Cultura si propone di raccontare i grandi e piccoli eventi e i personaggi che hanno segnato la storia del mondo in tutte le epoche per fornire strumenti di conoscenza del tempo in cui viviamo.
A partire dal XIII secolo, a Ferrara si insedia una comunità ebraica che conosce la sua epoca d’oro durante il ducato degli Este, in particolare con il governo di Ercole I che accoglie gli ebrei della diaspora spagnola e portoghese dopo il decreto dell’Alhambra del 1492 e la cacciata degli ebrei dalla penisola iberica. Una storia che sarà ripercorsa da Paolo Mieli e dalla professoressa Chiara Mercuri – anche grazie a immagini fornite dall’Archivio di Stato di Ferrara – a “Passato e Presente”. A impreziosire la puntata, gli interventi della storica e architetta, Laura Graziani Secchieri e del direttore del MEIS, Museo dell’ebraismo e della Shoah, Amedeo Spagnoletto, mentre verranno mostrati per la prima volta i volumi relativi alla Bibbia Spagnola e il primo volume dell’Enciclopedia ebraica, entrambe realizzate a Ferrara conservate presso la biblioteca comunale Ariostea.
In città la comunità ebraica, pienamente integrata, diventa un forte elemento di sviluppo economico, protagonista della vita culturale e scientifica. La città estense diventa per gli ebrei il “porto sicuro” dove attracca la nave che ha attraversato il mare in tempesta raffigurata nel frontespizio della Biblia Española, uscita dai torchi ebraici a Ferrara nel 1553. A finanziare l’impresa è un personaggio affascinante, una donna, Grazia Nasi, “donna Grazia”, brillante imprenditrice portoghese convertita con il nome di Beatrice De Luna, ma in segreto, sempre aderente alla religione ebraica. Donna Grazia risiede a Ferrara solo pochi anni diventando, però, un punto di riferimento per la comunità, agendo in favore dei convertiti per forza - i cosiddetti marrani - e aiutandoli a ritrovare la loro vera ed originaria identità.
La fase più felice della comunità ebraica di Ferrara dura quasi un secolo, fino a quando, con l’avvento della Controriforma e il ritorno del Ducato di Ferrara allo Stato della Chiesa, l’atteggiamento verso gli ebrei cambia radicalmente. Nel 1624 in seguito all’Editto di Urbano VIII anche a Ferrara gli ebrei vengono rinchiusi in un ghetto stretto intorno alla Sinagoga. Nonostante le pesanti restrizioni imposte alla comunità, il ghetto si presenta come luogo tutt’altro che alienante e depresso, ma dinamico e produttivo e contribuisce sensibilmente allo sviluppo economico ed intellettuale della città. L’operosità e l’intraprendenza economica e culturale degli ebrei del ghetto di Ferrara, può essere simbolicamente riassunta da un altro evento significativo: la realizzazione – di fatto coeva a quella degli Illuministi, a metà del XVIII - dell’Enciclopedia ebraica, a cura del ferrarese Isacco Lampronti, rabbino, medico e filosofo.