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La sentenza

Ferrara, operaio morto in un cantiere edile. Condannato il titolare dell’impresa

Daniele Oppo
Ferrara, operaio morto in un cantiere edile. Condannato il titolare dell’impresa

Un anno di reclusione al legale rappresentante della cooperativa Meeting Point

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Ferrara Si è concluso con la condanna a un anno di reclusione (con pena sospesa) per Manuel Alleati, legale rappresentante della cooperativa sociale Meeting Point, il processo per la morte dell’operaio Giuseppe Fiore, deceduto dopo essere caduto da un balcone mentre eseguiva dei lavori edili in un appartamento di via Oberdan, il 7 marzo del 2021.

La decisione è arrivata nella tarda mattinata di ieri dopo oltre un’ora e mezzo di camera di consiglio da parte della giudice Carlotta Franceschetti, che ha condizionato la sospensione della pena al pagamento di una provvisionale di 30mila euro a beneficio della famiglia costituitasi parte civile, entro un anno dal passaggio in giudicato della sentenza.

Per la stessa vicenda, Geremia Corcione, dipendente della Meeting Point, accusato di non aver montato correttamente il puntello cui era ancorato l’elevatore, aveva già patteggiato 10 mesi di reclusione (anche per lui pena sospesa).

«La famiglia ha finalmente ottenuto giustizia – commenta Michele De Bona, referente della società Giesse , che con i suoi legali ha assistito la famiglia di Fiore nel processo –. Purtroppo, non si pensò a un sistema di protezione contro il rischio di cadute dall’alto, ad esempio l’installazione di un parapetto di altezza pari ad almeno un metro – aggiunge De Bona –. E nemmeno a un sistema di protezione individuale, come un cordino di trattenuta legato all’imbragatura del lavoratore, capace di trattenerlo durante l’utilizzo dell’elevatore. Sarebbero bastasti semplici ma fondamentali accorgimenti e la tragedia non si sarebbe verificata. È questo che fa rabbia: che ai nostri giorni si muoia ancora per negligenza e imprudenza da parte di datori di lavoro poco attenti».

Alleati era difeso in giudizio dagli avvocati Riccardo Caniato e Filippo Maggi.

Fiore, che aveva 59 anni, morì in conseguenza delle lesioni riportate dopo una caduta da circa 10 metri di altezza mentre lavorava nel balcone al terzo piano della palazzina di via Oberdan, dove non era stato installato un parapetto sufficientemente alto per impedirne la caduta. Una mancanza di appena di dieci centimetri che avrebbero però potuto evitare la consumazione della tragedia, come rilevato dagli ispettori della medicina del lavoro: il montacarichi con il quale stava armeggiando l’operaio si staccò, forse perché non fissato in maniera adeguata o forse perché tirato dallo stesso Fiore che aveva perso l’equilibrio. In ogni caso un parapetto adeguato avrebbe evitato la caduta.

Fiore venne chiamato a lavorare da Corcione, su sua iniziativa, almeno secondo quanto emerso nel corso del procedimento, e su questo la difesa Alleati ha puntato molto, sostenendo che l’imputato non fosse a conoscenza della presenza di lavoratore “extra” nel cantiere. La difesa ha anche sostenuto che in quel cantiere non era previsto l’uso del montacarichi, ma la procura ha fatto diversi rilievi su tale aspetto della gestione della sicurezza, che forse hanno colpito nel segno visto l’esito del processo. Le motivazioni verranno depositate nel termine di 90 giorni.