Ferrara, accusato di 15 furti-staffetta: finisce in carcere con il complice
Rubava le chiavi dalle auto, scopriva gli indirizzi e poi svaligiava le case
Ferrara Un anno fa era stato arrestato in flagranza dalla Squadra Mobile mentre usciva da una casa che aveva appena razziato. Ora l’uomo, un 36enne residente in provincia di Rovigo, è finito di nuovo in carcere, insieme al suo complice, con l’accusa di avere commesso altri 14 furti-fotocopia.
Il sistema era quasi infallibile: individuare un’auto in sosta nel parcheggio di un supermercato, un centro ricreativo, un ospedale o un ristorante. Controllare con una semplice sbirciatina che il proprietario avesse lasciato a bordo le chiavi di casa. Forzare la portiera, controllare sul libretto di circolazione l’indirizzo del malcapitato e, chiavi in mano, andare diritto a rubare a casa sua portando via monili, orologi e tutto quanto faceva bottino. Con questo metodo, nei primi mesi dell’anno scorso, l’uomo aveva scassinato quindici vetture e depredato altrettante abitazioni sottraendo beni per diverse migliaia di euro.
Un metodo, si diceva, quasi infallibile. Perché, a seguito delle segnalazioni delle vittime, gli ispettori della Squadra Mobile di Ferrara coordinati dalla Procura estense avevano avviato le indagini e tenuto d’occhio persone sospettate. Fino a cogliere sul fatto l’autore dei colpi. L’arresto in flagranza era scattato il 15 febbraio del 2023: l’uomo era stato visto armeggiare attorno a un’auto nel parcheggio della Coop “Il Doro” e poi ripartire di gran carriera. I poliziotti lo avevano seguito e bloccato mentre usciva dalla casa svaligiata con la refurtiva. Allora era stato condannato per direttissima a 2 anni e 10 mesi e messo ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Ma la storia, per gli inquirenti, era appena cominciata. La Squadra Mobile coordinata dalla procura aveva avviato un’indagine analizzando tabulati telefonici, visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza, raccogliendo le testimonianze delle vittime e mettendo in campo attività di osservazione e pedinamento.
In questo modo gli ispettori sono stati in grado di ricostruire i quindici episodi contestati e documentare, in due casi, il concorso di un complice. I numerosi elementi raccolti hanno permesso di definire un grave quadro indiziario a carico del 36enne e del suo complice, che ha portato il Gip del Tribunale di Ferrara a firmare un’ordinanza di custodia in carcere a carico dei due, entrambi con precedenti per reati contro il patrimonio, eseguita ieri dalla polizia.
Altri importanti indizi sono emersi dall’analisi dello smartphone sequestrato al 36enne, contenente foto e video in cui l’arrestato tutto orgoglioso mostrava la refurtiva, e anzi si vantava di essere riuscito ad accaparrarsi alcuni giochi per la figlia, esibendo uno zainetto pieno di videogames e altri dispositivi elettronici.
Il telefono ha anche portato gli inquirenti sulle tracce di un terzo complice che avrebbe avuto il compito di piazzare la merce. A casa sua, dopo una perquisizione, gli inquirenti hanno trovato oggetti preziosi e altro materiale che si ritiene provengano dai furti, e sui quali sono in corso approfondimenti. L’uomo è stato indagato per ricettazione, mentre per i due specialisti dei “furti staffetta” parcheggio-auto-casa si sono aperte le porte del carcere.