Manifesti, derby del centrodestra a Ferrara. Anselmo avrà 15 giorni
Fabbri e i big della maggioranza hanno opzionato da mesi gli spazi pregiati. Zonari e l’avvocato arrivano ora. Dal 7 maggio solo mezzi mobili, web e stampa
Ferrara Alan Fabbri e tutto il centrodestra hanno fatto da battistrada, ora stanno arrivando anche gli avversari, a partire da Fabio Anselmo. La "battaglia dei manifesti" è stato finora un derby tra i big dell’attuale giunta, con allargamenti a qualche outsider di FdI o Lega che si è fatto così conoscere, e il divario con il resto del mondo elettorale è ormai incolmabile, visto che il 7 maggio i cartelloni stradali con la pubblicità elettorale a pagamento dovranno essere disallestiti: Anselmo e gli altri potranno provare a rimontare con i bus e le "vele", visto che i mezzi mobili possono circolare fino a 48 ore dalle urne, oltre che con stampa, tv e web. Quanto alle spese, cifre non ne vengono fornite ma dai costi degli spazi si può desumere quantomeno che la corsa a Palazzo Municipale sta mobilitando risorse importanti. Il quadro «È stata certo una campagna elettorale "frizzante" - è la testimonianza di Raffaele Maragno, che con la sua agenzia Dinamica media è protagonista dei cartelloni - ma pure cinque anni fa c’era stata molta intensità, anche perché i candidati sindaci erano di più. Semmai è evidente la differenza tra gli schieramenti: nel centrodestra, i partiti e lo stesso sindaco con la sua lista sono partiti per tempo, dall’inizio dell’anno, opzionando molti spazi, mentre dall’altra parte ci si sta muovendo solo adesso». Probabilmente il ritardo del centrosinistra è dovuto anche al "parto" delle candidature e delle alleanze, rimaste in ballo ben oltre l’inizio dell’anno, mentre nello schieramento Fabbri era già (quasi) tutto chiaro da mesi: fatto sta che Anselmo è atteso all’uscita con i manifesti da lunedì, e anche il Pd nazionale ha dato segni d’impegno nel Ferrarese, soprattutto per le Europee. Intanto da un paio di giorni sono comparsi i primi manifesti di Anna Zonari.«Rispetto a cinque anni fa c’è l’impressione di una maggiore "esposizione" dei candidati? Può essere anche frutto del maggiore spazio a disposizione - spiega sempre Maragno - Le metrature dei singoli spazi sono aumentate e anche il numero degli impianti è superiore rispetto alle precedenti campagne». In generale partiti e candidati preferiscono questo genere di propaganda, rispetto a quella garantita dai cartelloni elettorali classici, che sono gratuiti ma di dimensioni limitate e mettono tutti sullo stesso piano, l’uno a fianco dell’altro.
I costi
A proposito di gratuità, quanto stanno spendendo i big? Bisogna calcolare che i maxi-poster stradali costano 250-300 euro, e gli altri formati sono in proporzione. Spesso vengono venduti "a pacchetto" assieme agli spazi sui bus, quindi è complicato calcolare i singoli bugdet. Complessivamente va considerato che gli "stendardi", i poster più grandi a lato strada, sono circa 800, e a questi vanno aggiunti diverse centinaia di altri spazi concessionati o gestiti direttamente dal Comune; e che un buon 40% è attualmente coperto da pubblicità elettorale. Siamo già a cifre attorno a 200mila euro, quindi. Discorso diverso per il web, dominato da video e post sui canali social, che sono prodotti a basso costo dagli staff dei candidati e possono essere "spinti" con spese relativamente modeste. Da qui ci si può attendere qualche sorpresa.