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Ferrara, ragazzi fragili e in famiglie problematiche. Sono oltre 800 i minori sotto tutela Asp

Ferrara, ragazzi fragili e in famiglie problematiche.  Sono oltre 800 i minori sotto tutela Asp

Molti a rischio violenza o droga. Nove gli assistenti sociali nella nuova area

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Ferrara Sono oltre ottocento i minori sotto tutela dei servizi sociali per motivi diversi: situazioni familiari difficili, con violenza o disequilibri, consumo di droga e alcol, disagio, comportamenti socialmente borderline. Un bacino di necessità e fragilità «che richiedono risposte integrate e progetti particolarmente complessi e innovativi», spiegano all’Asp, e che hanno indotto i servizi a creare una specifica area d’intervento, nella quale immettere gradualmente risorse e professionalità specifiche per far fronte alle esigenze.

Il bilancio

Un quadro della situazione e i primi risultati di questa riorganizzazione interna si possono trovare nel bilancio sociale dell’Asp, che riporta l’attività dell’anno di esordio dell’Area tutela minori, creata con l’affidamento dei casi esclusivamente socio-assistenziali alla parte di servizi che si occupa della famiglia. Nella nuova area sono rimasti quindi le situazioni di tutela, la gestione dei progetti speciali, affidi e adozioni, i minori stranieri non accompagnati: le fragilità più evidenti, insomma, e anche la cartina di tornasole delle difficoltà di famiglie e società nel gestire situazioni via via più complesse. I numeri riguardano i comuni gestiti dall’Asp (oltre a Ferrara anche Masi, Voghiera e Jolanda), e sono eloquenti: i minori in carico sono 826, tra i quali 54 in centri educativi, 88 seguiti con interventi educativi individuali e domiciliari, 41 affidi familiari (33 etero familiari e 8 a parenti), 34 in strutture di accoglienza (dei quali 17 con la madre); in quest’ambito gli incontri protetti hanno riguardato altri 48 minori, con 1.260,25 ore di colloqui. Bisogna tra l’altro considerare che nell’Area famiglia sono stati inseriti altri 943 minori, la metà del totale delle persone in carico a quest’area.

Di contro, il servizio Tutela minori dell’Asp può contare su otto assistenti sociali, un’educatrice professionale e un incarico di particolare responsabilità, oltre che sul responsabile del servizio.

L’attività

I minori vengono prevalentemente indirizzati al servizio su mandato dell’autorità giudiziaria o segnalazione di altri servizi. L’obiettivo degli assistenti sociali, in quest’ambito, è «sostenere la famiglia per la rimozione delle condizioni di disagio», stimolando ad eliminare, «per quanto possibile, le cause di fragilità»; in assenza di genitori e parenti, di «proteggere i bambini e gli adolescenti», occupandosi anche di affido e adozione. L’equipe specialistica si è formata nel corso dell’anno, in rapporto in particolare con i servizi Asl e le autorità giudiziarie; oltre alla supervisione, che ha permesso agli assistenti sociali di svolgere un corso di 30 ore condotto da una collega esperta, sono state inserite due figure di supporto in campo giuridico, grazie ad un bando da 50mila euro del Comune.

La delicatezza di quest’attività traspare anche dal report, «di particolare rilevanza - viene sottolineato - le segnalazioni istituzionali di situazioni di violenza intra-familiare e di adolescenti segnalati per abuso di sostanze o per problematiche di disagio psico-emotivo acuto, tematiche che richiedono risposte integrate e progetti particolarmente complessi e/o innovativi, a fronte di risorse limitate». Non sempre, viene messo in evidenza, «l’attività integrata con i servizi sanitari riesce ad essere tempestiva, in considerazione della disponibilità, da parte di questi ultimi, di risorse professionali e delle tempistica richiesta dalle autorità giudiziarie competenti. In altri casi - conclude l’Asp - a fronte di segnalazioni e aggiornamenti inviati, i tempi di risposta dell’autorità giudiziaria non sono stati consoni ai bisogni e alle necessità evidenziate di interventi tempestivi».

I programmi Per migliorare si punta, come rileva la stessa Asp e conferma l’assessorato alle Politiche sociali del Comune, sulla prevenzione: cioè ad intervenire «nei confronti delle famiglie cosiddette negligenti al fine di ridurre il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare». Di qui l’adesione al Programma d’intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione, in ambito Pnrr. Nei cinque anni dell’attuale consiliatura - sottolineano all’assessorato -, gli allontanamento sono stati un numero «irrisorio».