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Il caso

Ferrara, non può tornare dai figli piccoli. Fa lo sciopero della fame in carcere

Ferrara, non può tornare dai figli piccoli. Fa lo sciopero della fame in carcere

Il Tribunale di sorveglianza boccia l’istanza: i minori sono con la sorella

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i Davide Bonesi

Ferrara Torniamo a parlare del caso del padre ferrarese, attualmente in carcere a Ferrara per un cumulo di pene legato a casi di truffa. L’uomo ha due bimbi, senza madre perché gli sono stati affidati dopo che lei era sparita senza dare più notizie. A marzo avevamo scritto di come una dei figli del primo matrimonio dell’uomo, appena diventata madre, si stesse occupando dei due fratellini, con non poche difficoltà. Da qui la richiesta del legale dell’uomo, l’avvocato Monica Malagutti, dopo anche un incontro con il magistrato di sorveglianza, Ezio Romano, di poter far uscire il padre, anche con permessi speciali o attraverso l’affidamento in prova, per il quale sono stati subito avviati contatti. «Ci sono anche altri procedimenti in corso - confermava il legale -, ma è lecito chiedere una forma speciale di detenzione visti gli strani comportamenti del figlio più piccolo, certificati da una specialista. Abbiamo chiesto un incidente di esecuzione, così da poter chiedere uno sconto di pena di sei mesi e farlo scendere sotto i quattro anni di detenzione per poter uscire dal carcere con la formula dell’affidamento in prova». Ma anche questa strada non ha dato frutti.

Attesa Il fatto è che questo caso rischia di creare un precedente legislativo o almeno così lascia intendere l’ordinanza del Tribunale di sorveglianza di Bologna emessa alcuni giorni fa.

Il documento da una parte conferma la storia, ossia l’abbandono de figli da parte della madre, ma dall’altra spiega come la sorella maggiore - nonostante le difficoltà di salute e di vita raccontate anche alla Nuova Ferrara - è “capace di prendersi cura dei figli del detenuto, come indicato anche dai servizi sociali”. A suffragare quanto scritto, il Tribunale di sorveglianza spiega come per legge la detenzione domiciliare sostitutiva possa essere concessa al padre detenuto “se la madre è deceduta o impossibilitata e non vi è modo di affidare la prole ad altri che al padre”. Ma, pochi passaggi più avanti, viene anche scritto che si “Sospende il giudizio in corso sino all’esito del giudizio incidentale di legittimità costituzionale”. Insomma, qualche speranza ancora viene data per risolvere la questione e da una parte permettere ai due bambini di stare almeno con uno dei due genitori e dall’altra aiutare la giovane sorella maggiore, a sua volta madre da poco e con difficoltà chiare a tutti.

Scioperi Il problema adesso è sostanzialmente quello del tempo. Perché le settimane, i mesi, passano e la situazione non si sblocca. Sia il padre in carcere che la figlia maggiore e l’avvocato confidavano nella soluzione dell’affidamento in prova, ma dopo la nuova istanza rigettata è evidente che la fiducia va scemando, in particolare nell’uomo. «Da quando è arrivata l’ordinanza del Tribunale di Bologna - ci racconta - ha messo in atto lo sciopero della fame e quello delle medicine. Non ha più speranze, è molto debole perché oltre al fatto di non mangiare ha delle patologie per le quali deve curarsi. Come ho già detto, e lo ripeto, ha commesso degli sbagli e lo sa ma in questo momento ci sono due bambini piccoli, e anche la sottoscritta, che hanno bisogno d’aiuto». l