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Ferrara, il Petrolchimico verso la transizione ecologica. Firmato il protocollo di valorizzazione

Ferrara, il Petrolchimico verso la transizione ecologica. Firmato il protocollo di valorizzazione

Il patto consentirà una riduzione fino al 53% del prelievo di acqua dal fiume Po. Tra i sottoscrittori il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

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Ferrara Firmato il protocollo d’intesa per la valorizzazione del Polo Industriale e Tecnologico di Ferrara. Il progetto riguarda l’efficientamento energetico e la transizione ecologica del Petrolchimico, azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti cimatici, ed è stato elaborato con la partecipazione di tutte le società presenti nel Polo e declinato in sei linee di intervento, attraverso tavoli di lavoro pubblico-privati che hanno visto lavorare fianco a fianco le amministrazioni, l’Università e le imprese.

Linee di intervento La valorizzazione del Petrolchimico si sviluppa in queste direzioni: revamping del ciclo idrico del Polo chimico con interventi volti al recupero e al riutilizzo delle acque di promesso e meteoriche; produzione di energia da fonti rinnovabili e scambio sul posto; interventi di efficientamento energetico degli edifici, interventi di efficientamento energetico dei cicli produttivi; il Polo chimico come protagonista nel Paesc (Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima) del Comune di Ferrara; interventi per il recupero della materia prima seconda.

Transizione ecologica Prioritaria è la realizzazione del revamping del ciclo idrico con azioni volte al recupero delle acque di processo e meteoriche che consentano la riduzione del prelievo di acqua per uso industriale dal fiume Po. La portata di acqua attualmente prelevata per soddisfare le esigenze produttive del Polo Industriale e Tecnologico di Ferrara è di circa 17 milioni di metri cubi all’anno. L’intervento di revamping consentirà un risparmio in termini di prelievo di acqua fino al 53% (pari a 9 milioni di metri cubi d’acqua all’anno), dimezzando di fatto l’utilizzo della preziosa risorsa. Lo studio di fattibilità è ovviamente stato completato e si prevede la realizzazione in due anni per un costo di 43 milioni di euro circa. Una risposta importante all’emergenza idrica (uno dei più gravi effetti del cambiamento climatico) che ha colpito tutto il Paese negli ultimi anni e in particolare l’Emilia Romagna.

Le parti firmatarie si impegnano quindi ad individuare, attraverso un tavolo tecnico, potenziali linee di finanziamento e politiche territoriali condivise per favorire l’utilizzo efficiente della risorsa idrica e per creare condizioni favorevoli ad una più complessiva transizione energetica verso le fonti rinnovabili e la decarbonizzazione della produzione industriale, nel quadro generale di un uso razionale ed efficiente dell’energia. L’obiettivo è quello di abbassare il “metabolismo basale” dell’intera area produttiva, con riduzione delle emissioni di Co2 (gas fortemente climalterante) e aumentando contemporaneamente l’attrattività del sito, favorendo l’ampliamento degli insediamenti già attivi e l’insediamento di nuove realtà, a supporto della stabilità occupazionale e del suo incremento.

I firmatari In questa direzione sono stati rivolti gli interventi dei rappresentanti degli enti che hanno sottoscritto il protocollo. Un vasto panel di relatori ha anticipato il momento clou della giornata, tra cui: Paolo Schiavina, amministratore delegato del Consorzio Ifm Ferrara SCpA (soggetto giuridico riconosciuto che gestisce servizi, facility e utilities per tutti i soggetti presenti nel Polo); il professor Massimiliano Mazzanti, direttore del dipartimento di Economia e Management di Unife, che ha illustrato uno studio sulle prospettive del petrolchimico in termini di innovazione e sostenibilità; Alessia Pedrielli, capo gabinetto del sindaco, e Alessio Stabellini, dirigente del settore ambiente e agricoltura; il sindaco di Ferrara; Gian Luigi Zaina, vicepresidente di Confindustria Emilia Area Centro; Veronica Tagliati, segretario generale Cgil a nome delle organizzazione sindacali Cgil, Cisl e UilGianni Michele Padovani, presidente della Provincia; Irene Priolo, vicepresidente della Regione Emilia Romagna e assessore alla Transizione ecologica; Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo Economico e green economy della Regione; Vannia Grava, viceministro dell’Ambiente e sicurezza energetica che ha evidenziato come il protocollo d’intesa rispecchi gli sforzi del Governo in materia di transizione ecologica; Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. A riprova della coesione territoriale sugli obiettivi condivisi, il protocollo è stato firmato da: Ministero delle Imprese e del Made in Italy; Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica; Regione Emilia-Romagna; Provincia di Ferrara; Comune di Ferrara (ente proponente); Università degli Studi di Ferrara; Autorità Distrettuale del Bacino del Po; Confindustria Emilia; Federchimica; i sindacati confederali Cgil Ferrara, Cisl Ferrara, U.R. Uil Emilia-Romagna sede di Ferrara; Consorzio IntegratedFacility Management Scpa; Versalis S.p.A; Basell Poliolefine Italia S.r.l; Yara Italia S.p.A; Società Enipower Ferrara S.r.l; Taropol S.r.l; Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l; General Cavi S.p.A.

Il discorso del ministro Urso «Quello di Ferrara deve essere un esempio e un modello di assoluta e leale collaborazione tra le Amministrazioni locali (Comune, Provincia, Regione) e il Governo nazionale a beneficio del territorio e del nostro Paese. Inoltre rappresenta la dimostrazione di come sia possibile ricominciare dalla base dell’industria, ovvero la chimica, così come stiamo facendo nella siderurgia. Due settori che costituiscono le fondamenta di qualunque nazione industriale essendo impiegati per auto, elettrodomestici, costruzioni, infrastrutture, nautica, cantieristica e nell’industria manifatturiera italiana a cui non vogliamo in alcun modo rinunciare. Infine, nell’epoca della transizione ecologica, questo patto tra amministrazioni e imprese rappresenta un modello perché è orientato alla sostenibilità e si basa sulla riconversione ambientale di un sistema produttivo che utilizzerà al meglio il bene primario dell’acqua.

Il Petrolchimico Con 2450 dipendenti e lavoratori di imprese collegate che operano all’interno, nel Polo chimico sono insediate nove società, di cui tre multinazionali, su un territorio di 250 ettari di superficie, dei quali 100 per nuovi insediamenti. All’interno del petrolchimico sono prodotti plastica, gomma, catalizzatori, tecnopolimeri ed energia elettrica, grazie a cui è possibile servire il distretto dell’Automotive della provincia di Modena, il Biomedicale di Mirandola e tutto il settore dell’imballaggio. Si posiziona tra i tre principali siti produttivi nel settore chimica in Italia, con notevole rilevanza anche nel contesto europeo, e vanta il centro ricerche sul polipropilene e catalizzatori più grande del mondo (500 unità). Proprio il polipropilene fu scoperto nel 1954 all’interno del Polo chimico di Ferrara da Giulio Natta, poi insignito del Premio Nobel per la Chimica. Questo a testimoniare la professionalità che da sempre contraddistingue il Petrolchimico radicato nella città estense.