Il Guercino da Forlì a Cento. Ma Italia Nostra è polemica
Cinque opere traslocano per essere esposte da luglio in San Lorenzo. La sezione romagnola dell’associazione: «Per noi è uno svilimento»
Cento Cinque dipinti prestati da Forlì a Cento, in occasione della realizzazione, da luglio nell’ex chiesa di San Lorenzo, della mostra “Guercino, un nuovo sguardo. Opere provenienti da Forlì e da luoghi nascosti”. Il tutto dovuto allo svuotamento di Palazzo del Merenda, nella città romagnola, necessario all’apertura del suo cantiere di restauro. Ma l’operazione provoca qualche polemica.
È Italia Nostra, sezione di Forlì, ad accendere la miccia: «Presentata come un’occasione di valorizzazione dei nostri musei, l’operazione appare piuttosto come uno svilimento delle raccolte civiche e una conseguenza preoccupante delle difficoltà organizzative determinate dai lavori in programma a Palazzo del Merenda, che rischiano di portare alla paralisi i servizi museali della città e di precludere ulteriormente l’accesso ad ampie sezioni del patrimonio», sostiene il direttivo dell’associazione.
Al centro della vicenda ci sono due grandi pale d’altare del Guercino (“San Giovanni Battista” e “Annunciazione”) e tre dipinti della sua scuola (”La Madonna del Rosario” di Benedetto Gennari il Giovane, “Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria” di Giuseppe Maria Galeppini, “I Santi Anna e Gioacchino e il Padre Eterno” di Cristoforo Serra). Maturata tra la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Forlì, l’operazione culturale si inserisce in un più ampio percorso di valorizzazione che vede protagonisti tutti i luoghi nei quali sono conservate le opere del Guercino, anche quelli al momento inaccessibili per diverse motivazioni. L’iniziativa ha trovato riscontro positivo nel Comune di Cento – patria del Guercino – e nella Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, con il concorso della Soprintendenza di Ravenna.
Ma Italia Nostra di Forlì storce il naso, anche per altri particolari, visto che ritiene «allarmanti anche le modalità utilizzate per la movimentazione delle opere come si può dedurre dalle fotografie pubblicate, in cui si vedono le tele di Guercino trasportate senza alcuna protezione per lo scalone di Palazzo del Merenda fino in strada e collocate in casse solo sul camion, mettendo a rischio l’integrità delle opere e forse anche la sicurezza dei trasportatori. Ad aggravare la situazione la presenza di cantieri adiacenti per il rifacimento stradale di corso della Repubblica, con il conseguente sollevamento di polveri e altro». Italia Nostra di Forlì torna poi sul progetto “Ovunque si respira Guercino”: «Regione e Comune avrebbero potuto coinvolgere in modo diretto la nostra città, trovando una collocazione temporanea, come avvenne nel 2001 con la mostra “Cantiere Pinacoteca”, quando, in occasione dei lavori di consolidamento alle volte dei saloni di Palazzo del Merenda, i “quadroni” e altre opere trovarono casa nell’Oratorio di San Sebastiano».
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