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Ferrara, via ai lavori post-sisma del Castello Estense che rimarrà chiuso per alcuni anni

Corrado Magnoni
Ferrara, via ai lavori post-sisma del Castello Estense che rimarrà chiuso per alcuni anni

Decisione drastica della Provincia in accordo col Comune: il cantiere entrerà nel vivo a metà 2025, senza turisti

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Ferrara Il Castello Estense è pronto a rifarsi il look. Al Salone Internazionale del Restauro nel Quartiere Fieristico Ferrara Expo si è parlato di un argomento che sta molto a cuore ai ferraresi. Così anche gli odierni discendenti dei sudditi di Nicolò d’Este ed Ercole I d’Este che per primi hanno potuto ammirarne le meraviglie, potranno nel giro di 4 anni assistere alla rinascita del monumento simbolo della città e della provincia. A partire dal 2025 (data esatta non ancora nota) anche per il Castello Estense inizieranno i lavori di restauro resi necessari dai danni del terremoto 2012. Il percorso museale rimarrà chiuso per anni, almeno tre, senza possibilità di far accedere i turisti, al di là di qualche evento estemporaneo. Si è scelta questa strada anche più drastica rispetto a quanto trapelato di recente, dopo un confronto con il Comune.

I lavori «Faremo i lavori di miglioramento sismico del Castello oltre agli interventi di riparazione dai danni del terremoto del 2012 - spiega l’ingegner Angela Ugatti della Provincia di Ferrara responsabile unico del progetto -, sarà realizzata anche una rifunzionalizzazione dei locali interni. Cambierà lo spazio degli uffici della provincia che occupano l’intero secondo piano che a sua volta verrà adibito a spazi espositivi; questi lavori serviranno oltre a riparare i danni causati dal terremoto anche all’eliminazione delle vulnerabilità strutturali dell’edificio, avverrà il rifacimento e il consolidamento del solaio e della copertura». I lavori come detto faranno cambiare anche l’assetto interno dell’attuale sede della Provincia. «Approfittando di questi interventi toglieremo gli uffici dal secondo piano e lasceremo solo una piccola parte di locali istituzionali come ad esempio l’ufficio della presidenza, mentre il resto del piano sarà aperto al pubblico. L’idea del progetto è di mettere in un lato del Castello la Provincia e lasciare gli altri spazi espositivi. L’ala est che si affaccia su corso Martiri e che era anticamente il giardino pensile di Eleonora d’Aragona, già visibile dal pavimento trasparente, dopo i lavori appunto in questa che è l’attuale sala del consiglio, in seguito diventerà scavo archeologico in quota, questo renderà visibili e leggibili dai visitatori questi antichi spazi».

Il costo dell’intero progetto esecutivo, approvato attivando la gara per l’affidamento sopra la soglia Europea (che è di 5 milioni di euro) e secondo i codici dei contratti prevederà un finanziamento con fondi europei complessivo di 16,5 milioni di euro circa, di cui 12,5 milioni di euro che equivale all’importo dei lavori (il restanti 4 milioni sono di spese tecniche).

La gestione «Con il Comune abbiamo concordato la possibilità di preservare il Capodanno 2024 che ci sarà, i lavori comportano un sacrificio, il museo del primo piano sarà chiuso. Il progetto è diviso in 4 fasi tante quanti i lati del Castello e abbiamo stimato un anno per lato (quindi 4 anni di lavori) salvo imprevisti, fatta salva la possibilità di prevedere delle migliorie che l’impresa potrà offrire per ridurre al minimo il disagio di questi lavori. Vogliamo ridurre i tempi e soprattutto avere il minor impatto possibile sulla città ecco perché la proposta di progetto di lavorare su un’ala alla volta in modo da avere i ponteggi solo su un lato. C’è molta attenzione da parte nostra del punto di vista dell’impatto che i lavori avranno sull’immagine della città. A proposito abbiamo già previsto momenti di condivisione con la cittadinanza e i media sullo stato di avanzamento dei lavori con aggiornamenti e convegni, oltre a iniziative come si fa nei cantieri di grandi dimensioni in cui andremo ad inserire eventi con visite guidate al cantiere, concerti e mostre di pochi giorni per mantenere vivo il castello sia per i cittadini che per i turisti». La chiusura potrebbe scattare a 2025 inoltrato. Le altre figure principali coinvolte nel progetto sono Barbara Pazi, direttrice dei lavori insieme a Chiara Foresti e Francesco Pirani per la parte delle strutture assieme allo studio Siever, mentre l’ingegner Andrea Bernagozzi per la sicurezza.