La Nuova Ferrara

Ferrara

Il caso

Ferrara, casa funeraria: lo stop della Curia. «Il funerale cattolico solo in chiesa»

Ferrara, casa funeraria: lo stop della Curia. «Il funerale cattolico solo in chiesa»

Amsef e Ferrara Tua replicano: «Nella struttura solo altri culti e cerimonie laiche»

29 maggio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara La futura Casa funeraria di Ferrara, che Amsef (l’azienda di onoranze funebri controllata dal Comune) realizzerà all’interno dell’area di pertinenza, in via Fossato di Mortara, potrà accogliere i visitatori solo nell’estate del 2025 ma ha già sfiorato l’incidente diplomatico. Una questione, aperta dalla Diocesi con un comunicato stampa inviato alle redazioni ieri mattina, ma già virtualmente chiusa.

La nota però fissa alcuni paletti che evidenziano l’attenzione e l’interesse che nelle stanze dell’Arcivescovado vengono riservati ad un tema che coinvolge l’intera comunità, mondo cattolico e non.

Proprio su questa distinzione è intervenuta la Curia. Che ben accoglie il progetto presentato da Amsef perché garantisce «giustamente maggiore dignità alla custodia della salma di un defunto». Ma che preferisce mettere i puntini sulle “i” rispetto al servizio che sarà offerto dall’azienda comunale. La nuova Casa funeraria «non sarà luogo di celebrazione delle esequie cristiane – sentenzia la Diocesi – E ci domandiamo, poi, dal progetto apparso sulla stampa, come si possa parlare di sala “multiculto” se l’unico simbolo presente è la croce (in realtà di tratta di una sorta di “refuso” del rendering, nella struttura non sarà esposta la croce, ndr)». Si tratta di una presunta invasione di campo che nella conferenza stampa di martedì non è mai stata annunciata e neanche ipotizzata. Uno scenario confermato ieri dal presidente di Ferrara Tua (proprietaria di Amsef), Luca Cimarelli: «Certamente la Casa funeraria potrà essere utilizzata per riti laici e di altri culti religiosi, non abbiamo fatto alcun riferimento a quello cattolico». Un punto, però, sul quale l’Arcivescovado non intende lasciare dubbi sospesi o avallare possibili interpretazioni dissonanti rispetto al fatto che «normalmente la celebrazione delle esequie avviene nella chiesa parrocchiale dove risiede o ha il domicilio il defunto (articolo 1177 del Codice di Diritto canonico, ndr)» perché «è stato il luogo di riferimento principale della vita ecclesiale».

Le esequie, prosegue la nota, «sono celebrate dal parroco. Su esplicita e motivata richiesta del defunto e dei familiari il rito può essere celebrato in un’altra chiesa parrocchiale, con il consenso del parroco della stessa». A Ferrara, ricorda ancora la Curia, «anche la chiesa della Certosa è autorizzata alla celebrazione del rito delle esequie. Nelle Cattedrali non parrocchie, nelle chiese monastiche e curate dai religiosi è possibile celebrare il rito solo per i vescovi e i capitolari, le monache e i religiosi, anche per gli oblati (membri laici o appartenenti ad Ordini religiosi che non hanno fatto il voto del legame con Dio, ndr) del Terz’Ordine». Cimarelli spiega che i dolenti possono comunque utilizzare la struttura per tutte le fasi precedenti la funzione religiosa, «che sarà celebrata in chiesa». Le sale del commiato potranno ospitare visitatori di altre confessioni e la cerimonia, anche laica, per l’ultimo saluto al defunto. La nuova Casa funeraria costerà poco più di 3 milioni di euro, metterà a disposizione dei richiedenti 6 camere ardenti, spazi per la conservazione e vestizione della salma e 2 sale del commiato, una delle quali riservata ad utenti con particolari esigenze di riservatezza. «Al contrario di quanto avviene oggi – concludono Cimarelli e l’amministratore di Amsef, Aldo Manfredini – nella futura Casa funeraria si potranno ospitare anche defunti da altre province».

Gioele Caccia

© RIPRODUZIONE RISERVATA