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Scontro sui servizi ai defunti

«Ferrara e la Casa funeraria, privati ignorati. Il Comune verso il monopolio»

«Ferrara e la Casa funeraria, privati ignorati. Il Comune verso il monopolio»

Durissima posizione della Federazione nazionale imprese onoranze funebri, Anselmo: «Opera faraonica dal sapore propagandistico»

30 maggio 2024
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Ferrara L’incidente diplomatico è stato solo accennato – e subito archiviato – con la Curia. È conclamato invece con le imprese private di onoranze funebri, non solo della provincia ma nazionali, che in un lungo comunicato stampa contestano il progetto di Casa Funeraria presentato martedì scorso dal Comune, dall’Amsef (l’azienda comunale che opera nel settore delle pompe funebri) e da Ferrara Tua Spa perché favorirebbe l’azienda pubblica alterando pesantemente il meccanismo della libera concorrenza. Ieri hanno elevato coralmente la loro voce attraverso la nota firmata dalla Federazione nazionale Imprese Pompe funebri (Feniof), «associazione (del settore, ndr) più storica e maggiormente rappresentativa a livello nazionale», come si presenta nell’incipit del comunicato.

Palpabili, nelle parole successive, l’irritazione e lo sgomento: «Ci chiediamo per quale motivo non si siano audite le altre rappresentanze del comparto funerario per discutere di questo progetto del quale oggi apprendiamo la sostanza e relativi dettagli» e che suscita «grande preoccupazione». Il primo motivo è «che Amsef è completamente controllata da Ferrara Tua SpA e quest’ultima dall’1 gennaio 2023 è la multiservizi la cui proprietà è al 100% del Comune di Ferrara». È in sintesi, prosegue la Federazione, la conferma dell’intervento del “pubblico” in un ambito che lo pone in diretta concorrenza con altri operatori privati, una presenza che non è vietata dalla legge ma che confligge con altre funzioni esercitate dall’ente pubblico, in particolare quelle «di vigilanza e controllo sui soggetti che esercitano l’attività funebre; il primo dubbio che sorge è che la vicinanza del Comune di Ferrara (per legge il “controllore”) all’iniziativa di Amsef e Ferrara Tua Spa possa in qualche modo influenzare le funzioni di vigilanza e controllo su una propria controllata. Innanzi alla previsione della realizzazione di una Casa funeraria di tale portata i dubbi che già c’erano (sul ruolo di Amsef, ndr) assumono una rilevanza maggiore. Un conto è scendere in campo con la maglia da giocatore ed un conto con quella di arbitro».

La stessa concessione dell’immobile, ex sede del Centro per l’impiego, da parte del Comune, solleva altre perplessità: «Le altre imprese funebri private di Ferrara e provincia avrebbero avuto il medesimo trattamento da parte del Comune se avessero chiesto la concessione di un immobile comunale per realizzare una iniziativa imprenditoriale quale è la Casa funeraria? Crediamo di no». Inoltre l’investimento, superiore ai 3 milioni di euro, appartiene comunque ad un ambito pubblico: «Se un imprenditore privato sostiene un analogo investimento e le cose dovessero andare male, l’imprenditore privato rischia del suo. Se l’investimento svolto da Amsef e Ferrara Tua SpA dovesse andare male, chi pagherà gli eventuali debiti? Riteniamo molto comodo fare imprenditoria con il paracadute della proprietà comunale alle spalle, tutele che l’imprenditoria funebre privata non ha, come non ha mai avuto le stesse attenzioni o favori nell’utilizzo in concessione di immobili comunali».

Altre considerazioni più generali portano alle condizioni dell’attuale sede dell’Obitorio, in via Fossato di Mortara. «Perché il Comune non ha adeguatamente manutenuto l’obitorio comunale lasciandolo decadere nelle attuali condizioni? – scrive la Federazione – Forse perché dietro c’era da tempo il progetto imprenditoriale della impresa funebre in “orbita comunale”? Una volta realizzata la Casa funeraria è evidente che i cittadini ferraresi saranno naturalmente orientati a beneficiare della nuova struttura». E anche l’apertura ai privati sembra pelosa perché «i clienti delle imprese funebri private sarebbero via via condotti presso i locali nei quali campeggerà in modo evidente il logo di Amsef nella logica di addivenire nel tempo ad un regime monopolistico».

Infine «una ulteriore, svilente, considerazione. Apprendiamo dai quotidiani che l’assessore Cristina Coletti ha dichiarato che “dietro al progetto ci sono stati mesi di interlocuzioni, di lavoro e confronto costante tra i vari uffici ed enti coinvolti, dimostrando come con il dialogo e il “gioco di squadra (di questo infatti si tratta) sia possibile ottenere obiettivi ambiziosi”». Da quel gioco di squadra condotto da un’amministrazione che richiama spesso le esigenze dei privati, conclude la Feniof, i privati sono stati esclusi.

Il commento di Fabio Anselmo. «A chi serve questa casa funeraria da 3 milioni di euro? Non sarebbe stato doveroso intervenire prima sull’obitorio esistente per restituirgli la dignità anziché aggiungere un’altra opera faraonica dal sapore pacchianamente propagandistico?», attacca il candidato sindaco Fabio Anselmo (centrosinistra).

La Feniof e l'Antitrust. Intanto a supporto delle critiche considerazioni sull’impatto che avrà sul mercato la Casa funeraria di Amsef, la Federazione nazionale Imprese di onoranze funebri (Feniof) ricorda che «sul tema l’Antitrust si espresse nel 2007 auspicando che i Comuni si astenessero dall’offerta di servizi di onoranze funebri dedicandosi invece ai diversi servizi pubblici che si connotano per un prevalente interesse igienico-sanitario o di carattere pubblico-sociale (quale sarebbe stato, ad esempio, l’aver cura del pubblico obitorio) “al fine di assicurare un corretto confronto concorrenziale fra gli operatori di onoranze funebri presenti nei diversi mercati locali, evitando il conseguimento di improprie posizioni di vantaggio che consentano l’accesso privilegiato alla clientela e che, nella generalità dei casi, si traducono, in definitiva, in un costo più elevato del servizio a danno degli stessi consumatori”».

L’Antitrust, riporta ancora Feniof, «nel 2007 concluse il proprio parere con una dichiarazione quanto mai attuale: “L’Autorità auspica che le amministrazioni comunali si adoperino per circoscrivere il loro intervento nella sfera dei servizi pubblici secondo il principio di sussidiarietà, e non offrendo servizi commerciali di onoranze funebri, soprattutto quando le stesse imprese godono di specifici diritti e privilegi in grado di avvantaggiarle nel mercato privato. Strumenti quali la separazione contabile e societaria non appaiono misure sufficienti a scongiurare una possibile distorsione nei mercati locali”».

Gioele Caccia

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