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La manifestazione

Ferrara, la grande festa del Pride in Bike

Stefania Andreotti
Ferrara, la grande festa del Pride in Bike

Circa 3mila persone hanno partecipato al lunghissimo e colorato corteo per i diritti da parco Coletta fino a Medaglie d’Oro, poi tutti in piazza Trento-Trieste

01 giugno 2024
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Ferrara È stata una grande festa collettiva quella che ieri ha preso vita da pomeriggio a notte per le vie del centro con il primo Ferrara Pride in Bike, che aderisce all’Onda Pride.

Partito dal Parco Coletta, il lunghissimo corteo colorato di 3mila persone ha percorso 5 chilometri lungo via Cavour, fino alla prospettiva di piazza Medaglie d’Oro in fondo a corso Giovecca, per poi tornare indietro verso piazza Trento e Triste, dove c’è stata la festa finale con punti ristoro gastronomici, mercatino solidale, e dj set con Matthew Wonderbratz, Chicca e Cat.

Diverse le tappe lungo il percorso, animate da spettacoli di strada che hanno entusiasmato partecipanti e passanti, tanti dei quali hanno scelto di unirsi all’allegra parata. L’infelice idea di un provocatore di accogliere il corteo con un saluto romano, è stata ignorata dai più, che hanno preferito rispondere al richiamo canoro di Doja Cat piuttosto che alla sua patetica (e illegale) evocazione nostalgica.

Il grande merito della giornata è stato quello di aver tenuto assieme tante anime diverse, accomunate dalla sensibilità per i diritti e la parità, a prescindere dal proprio orientamento sessuale.
 

Il primo momento di animazione, un attimo prima della partenza, in viale della Costituzione, è stato affidato al coro delle Mondine di Porporana, che hanno contribuito a radunare sotto il grande arco giallo della partenza le centinaia di persone arrivate con ogni mezzo.

Aderendo all’invito dell’organizzazione di privilegiare le due ruote senza motore, tantissimi hanno scelto la bici, «il mezzo che caratterizza la nostra città, il nostro spirito ecologico e sostenibile e la nostra storia, fatta di staffette partigiane e persone che su due ruote hanno portato avanti lotte e conquiste», ha detto Manuela Macario, presidentessa di Arcigay Ferrara “Occhiali d’oro”, che ha organizzato insieme a Cgil Ferrara il grande evento assieme a numerose altre realtà locali, che ne hanno sposato la causa, confluendo nel Comitato Ferrara Pride. Tra queste Associazione genitori di omosessuali, Famiglie arcobaleno, Anpi, Arci, Uisp, Centro uomini maltrattanti, Centro donna giustizia, Rua Udu Ferrara, tutti presenti con le loro rappresentanze.

Concepito come una esperienza performativa, il corteo ha avuto tanti momenti di intrattenimento, dalla cargo bike con le casse in testa, alla performance di twerk del corpo di ballo in tutine di rete, ribattezzato qwerk, che ha mandato in visibilio viale Cavour, allo spogliarello burlesque all’altezza del Castello, che ha strappato lunghi applausi.
 

L'onda arcobaleno ha poi proseguito gioiosa per via Giovecca dove in tanti sono usciti da case ed esercizi commerciali per salutare e fare foto.
 

«Ci aspettavamo mille persone - ha dichiarato Macario- ne sono venute molte di più, a piedi in bicicletta tante famiglie e bambini tante persone di tutte le età a dimostrazione del fatto che il pride unisce, che l'orgoglio non è solo quello delle persone Lgbtqia+, ma di tutti coloro che credono che i diritti o sono di tutti o si chiamano privilegi».

In corteo, in sella alla bici, c’era Anna Zonari, che aveva annunciato la sua presenza, perché «Ferrara deve diventare città inclusiva e capace di riconoscere e garantire i diritti senza distinzione e discriminazione».
 

Presente anche Fabio Anselmo, assieme alla candidata della sua lista Eva Sassi Croce, che alla bicicletta e all’orgoglio trans ha dedicato il suo impegno e la sua passione. Tra i manifestanti, Pietro Turano, volto noto di Netflix, ha condotto interviste tra i partecipanti.